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La sede torinese delle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo. Foto Filippo Bolognese

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La sede torinese delle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo. Foto Filippo Bolognese

La prima impact bank in cultura

Michele Coppola «Come noi solo cinque banche nel mondo». Con il centro a Torino per la fotografia, Intesa Sanpaolo porterà a quattro le sedi delle Gallerie d’Italia

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Franco Fanelli

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Gallerie d’Italia, il polo museale e culturale di Intesa Sanpaolo, sta per arricchirsi di una quarta sede. Dopo quelle di Milano, Napoli e Vicenza, è ora la volta di Torino, dove lo spazio sarà dedicato alla fotografia. L’apertura è prevista per la fine del 2021. Di questo e di altri progetti culturali della banca parliamo con Michele Coppola, manager culturale ed executive director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, nonché direttore delle Gallerie d’Italia. Coppola, che nel 2010-14 è stato assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte, coordina il Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, ha assunto incarichi amministrativi in diverse realtà culturali di Torino (Consorzio La Venaria Reale, Fondazione Museo delle Antichità Egizie, Fondazione Torino Musei, Fondazione Film Commission Torino Piemonte, Associazione Torino Città Capitale Europea, MAUTO-Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Fondazione Camillo Cavour). L’apertura della sede torinese si colloca in una fase storica che include il tema cruciale della ripartenza dopo l’emergenza pandemica.

Dottor Coppola, i privati sono ormai da anni i «partner» del governo nella tutela e nella promozione dei beni culturali. Voi come vi state muovendo?
In un Paese come l’Italia, ricca di bellezze artistiche, la promozione di cultura, arte e conoscenza costituisce un fattore fondamentale di crescita ed è senza dubbio tra gli elementi più significativi e trainanti delle attività a impatto sociale. Con altrettanta evidenza, in particolare in questo momento storico di gravi difficoltà, dovrebbe essere dovere di ogni impresa privata profittevole impegnarsi per il benessere sociale e culturale, oltre che economico, delle comunità. Del resto, ritengo che anche in tempi «normali» non sia pensabile che un patrimonio di tale portata possa essere sostenuto soltanto con fondi pubblici. Lungo questa logica, Intesa Sanpaolo fa la propria parte, nella convinzione che una grande banca debba assumersi una precisa responsabilità nei confronti del proprio Paese per soddisfarne le attese di progresso.

Si inserisce in questo contesto il nostro Progetto Cultura, piano triennale di iniziative capaci di ricadute sostenibili e inclusive sulla società, uno dei pilastri su cui Intesa Sanpaolo costruisce il proprio ruolo di prima impact bank per la crescita sociale e culturale dell’Italia. Il Progetto ha come punto di partenza la condivisione con il pubblico del patrimonio d’arte di proprietà, a cui abbiamo dedicato un polo museale unico al mondo, le Gallerie d’Italia a Milano, Napoli, Vicenza e, presto, a Torino, che valorizzano palazzi e collezioni della Banca.  L’attenzione è rivolta anche al patrimonio italiano grazie al programma Restituzioni, che ha consentito il restauro di 2mila capolavori appartenenti alla storia artistica nazionale.

Sempre più centrale è il tema della formazione e a questo proposito mi fa piacere ricordare che pochi mesi fa abbiamo avviato la prima edizione del Corso Executive per manager culturali, con il quale vogliamo contribuire a formare competenze specifiche nella gestione delle collezioni d’arte. Voglio anche sottolineare che Progetto Cultura sostiene, in forme dinamiche di partnership, importanti istituzioni e iniziative culturali del Paese. Si tratta di un sostegno che si è rivelato prezioso in questi mesi in cui l’emergenza sanitaria ha duramente colpito anche il mondo della cultura. Intesa Sanpaolo si pone al fianco del Paese e rafforzerà sempre più i suoi interventi a favore di un settore che va ancor più difeso in quanto elemento strategico per il rilancio dell’Italia.

Che cosa vi distingue rispetto alle altre banche internazionali dotate di importanti collezioni?
In questo ambito emergono nel mondo cinque banche: Bank of America, Ubs, JPMorgan Chase Bank, La Caixa e Deutsche Bank. Noi disponiamo di una collezione di 30mila opere, quindi una raccolta importante numericamente e qualitativamente, di quattro musei che non espongono soltanto la collezione permanente, ma producono mostre temporanee, come quella dedicata a Tiepolo in corso nella sede milanese e «Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani» a Vicenza. Mostre e progetti che nascono in partnership con altre prestigiose istituzioni. Quella dedicata a Canova e a Thorvaldsen e allestita lo scorso anno a Milano è stata prodotta in collaborazione con il Thorvaldsens Museum di Copenaghen e l’Ermitage di San Pietroburgo.

E, detto del programma Restituzioni, che ci vede impegnati dal 1989, non voglio dimenticare le edizioni Gallerie d’Italia/Skira, dai cataloghi delle mostre al recente volume, primo di una serie,
Collezionisti e valore dell’arte in Italia. Ecco, ciò che ci distingue e che ci pone un passo avanti rispetto alle cinque grandi banche che ho citato, è questa azione a 360 gradi su tutti gli ambiti che noi riteniamo importanti per la crescita sociale, culturale ed economica della comunità.

Siete attivi anche per nuove acquisizioni legate all’incremento della collezione?
Nell’ultimo periodo si sono susseguite varie significative aggregazioni nell’ambito bancario, in seguito alle quali importanti patrimoni si sono aggiunti al nostro. Ma al di là di questo, noi stiamo investendo soprattutto sulla sovrastruttura. Dunque non c’è un piano di acquisizioni esplicito. Del resto, se lei considera che la nostra collezione spazia dai vasi attici al «Martirio di sant’Orsola» di Caravaggio, dalla pittura veneta sino ai Fontana, ai Warhol e ai Basquiat provenienti dalla collezione Agrati, le sarà chiaro che il nostro programma di acquisizioni dovrebbe essere multimilionario, soprattutto se mirato a colmare vuoti o agevolare un dialogo tra opere di questo calibro. Ci sono però delle occasioni che noi cogliamo con l’obiettivo di salvaguardare opere e di portare all’interno della collezione artisti e opere d’arte utili a consolidare una delle più importanti collezioni corporate del mondo.

A Torino puntate sulla fotografia. In città è già operativo un centro come Camera e si svolge ogni anno la fiera specializzata Phair. A questo punto è evidente che, con la vostra quarta Galleria d’Italia, Torino potrebbe diventare una sorta di capitale nazionale per questo settore...
Nel complesso di Palazzo Turinetti, sede storica di Intesa Sanpaolo, abbiamo avviato il progetto esecutivo del quarto museo della Banca, le Gallerie di Piazza San Carlo, presentate alla stampa a gennaio 2020. Gli oltre 6mila mq delle Gallerie torinesi, rivisitati dall’architetto Michele De Lucchi, saranno dedicati alla fotografia e alla promozione delle collezioni fotografiche di Intesa Sanpaolo, in particolare le straordinarie immagini dell’Archivio Publifoto. E verranno ospitate mostre temporanee di grandi fotografi internazionali.

Sarà uno spazio dove la fotografia esprime tutto il suo significato oltre il valore estetico, dove raccontare la storia, le trasformazioni della società e del pianeta, i temi cruciali del presente. Torino e la fotografia sono unite nelle ambizioni di Progetto Cultura fin dalla nascita nel 2015 di Camera-Centro Italiano per la Fotografia, di cui la Banca è socio fondatore. Il nuovo museo rafforzerà ulteriormente il rapporto storico di Intesa Sanpaolo con la città e, lavorando in partnership con musei, fondazioni e gallerie private del territorio, potrà consolidare la centralità acquisita da Torino nelle nuove arti figurative, dal cinema alla fotografia, diventandone una delle capitali europee più apprezzate.

Come si configurano le partnership con le fiere Artissima e Miart?
Si tratta di collaborazioni che rientrano in una strategia di promozione delle nostre collezioni di arte moderna e contemporanea, verso le quali recentemente stiamo indirizzando particolari impegno e progetti. La nuova partnership con Artissima si inserisce in una logica di rafforzamento della sinergia con le principali realtà torinesi, nell’ottica della prossima apertura delle Gallerie in piazza San Carlo. A novembre 2020, nel rispetto delle norme di distanziamento, Artissima si è proposta in una versione «Unplugged», a cui Intesa Sanpaolo ha partecipato con due progetti fruibili online, che hanno registrato l’apprezzamento di molti visitatori «digitali»: la mostra «Folle» con immagini dal nostro Archivio Publifoto e lo streaming del convegno «Linee di energia» sul tema del restauro di opere d’arte contemporanea.

Anche nel post pandemia l’online avrà una parte importante...
Intesa Sanpaolo ha svolto una ricerca con Ipsos sui consumi culturali in tempi di Covid da cui è emerso che, se l’esperienza diretta rimane certamente il modo migliore per ammirare le opere d’arte e vivere un evento, tuttavia il digitale, con l’enorme sviluppo avuto in occasione della chiusura dei musei, ha permesso di avvicinare nuovi fruitori superando le barriere di prezzo, tempo, trasporto. Il digitale sarà senz’altro elemento decisivo, da integrare al momento «fisico», per ampliare il modo di produrre e condividere i contenuti culturali.

Durante la pandemia, il nostro contributo ha reso possibile la realizzazione di iniziative che hanno saputo ripensarsi e convertirsi in manifestazioni virtuali, come le edizioni digitali del Salone del Libro di Torino e di Archivissima, o la produzione dell’archivio di immagini in continuo aggiornamento che racconta gli effetti della pandemia attraverso progetti di fotografi di fama mondiale, nell’ambito della partnership con il Festival Internazionale di Fotografia Cortona On The Move. Presto pubblicheremo il catalogo di quei lavori. Allo stesso tempo, nel corso di questi mesi, abbiamo intensificato la realizzazione di contenuti online sui canali di Gallerie d’Italia, per valorizzare le nostre mostre e collezioni e diffondere i benefici dell’arte. Ricordiamo il virtual tour della rassegna Canova Thorvaldsen e l’originale esperienza audio-immersiva dedicata alla mostra Tiepolo.

Quali sono i progetti cui sta lavorando per l’immediato futuro?
In questi mesi non abbiamo mai smesso di progettare e lavorare a nuove iniziative. In giugno, le Gallerie d’Italia di Milano accoglieranno una grande rassegna sulla pittura italiana affidata a Luca Massimo Barbero, curatore associato delle collezioni di arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo. Nelle Gallerie  di Napoli allestiamo a fine maggio il quarto appuntamento della rassegna dedicata all’arte delle maggiori capitali contemporanee. Dopo New York, Londra e Berlino, nuova protagonista sarà l’eccezionale creatività di Los Angeles in una mostra a cura di Luca Beatrice.

Il museo di Vicenza presenterà il rinnovato allestimento della preziosa collezione di icone russe, in un percorso ricco di multimedialità realizzato in collaborazione con Csar-Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università di Venezia. Continueranno la realizzazione delle nuove Gallerie torinesi in Piazza San Carlo e il cantiere per il trasferimento delle Gallerie napoletane nella monumentale sede di via Toledo, che consentirà di accrescere le aree espositive e gli spazi per le attività formative in dialogo con le realtà locali. Si tratta di progetti che ribadiscono l’importanza assunta da Progetto Cultura in termini di valore sociale generato.

La sede torinese delle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo. Foto Filippo Bolognese

Michele Coppola

Franco Fanelli, 15 maggio 2021 | © Riproduzione riservata

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