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Max e Maxime

Olga Scotto di Vettimo

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Da Tiziana Di Caro l’artista parigino Maxime Rossi (1980) dal 26 novembre al 6 febbraio presenta un nuovo lavoro, intitolato «It’s a zodiac rain». Il surrealista Max Ernst è il pretesto per la costruzione delle opere esposte. Nel film in mostra, «Two owls on a mountain... and a snake at the bank», il paesaggio del Grand Canyon viene percorso da un’automobile, alla cui guida sappiamo esservi, pur senza averne certezza, Max Ernst in compagnia della moglie Dorothea Tanning.

Nel corso di un viaggio compiuto in Arizona, Rossi ha attraversato i luoghi in cui l’artista tedesco dal 1941 al 1953 trovò riparo e dove realizzò parte importante della sua produzione. Il rifugio della popolazione indigena Hopi scavato nella roccia, nel quale nel film Ernst decide di abitare, è poi ripreso e descritto minutamente da Rossi anche in una serie di fotografie tridimensionali, in cui sono recuperati dettagli delle opere del surrealista. In realtà ciò che l’artista francese propone è un viaggio allucinato in cui la tecnologia in 3D e l’astrologia sciolgono i dubbi irrisolti dall’oggettivizzazione della storia. 

Il cuore del progetto è infatti il film «Real estate astrology» che fa riferimento alla pratica di utilizzo dell’astrologia per la scelta di una casa, secondo una moda molto in voga a Sedona, città New Age, non distante dal rifugio di Ernst. 

Olga Scotto di Vettimo, 15 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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Max e Maxime | Olga Scotto di Vettimo

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