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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

La galleria Nord della Fondazione Prada presenta fino al 14 febbraio «Recto Verso», una mostra tematica piccola, raffinata e intellettualmente stimolante, ideata dal Thought Council della fondazione, composto attualmente da Shumon Basar, Elvira Dyangani Ose, Cédric Libert e Dieter Roelstraet. Muovendo da opere della collezione Prada, i curatori hanno costruito la mostra integrandovi lavori prestati da altre istituzioni.

Con un percorso cronologicamente ampio, che copre gli ultimi due secoli dell’arte occidentale, la mostra esplora il tema della valenza artistica del retro dei dipinti, in una tradizione come la nostra che, sul piano estetico, non lo ha mai tenuto in alcuna considerazione. 
In apparenza almeno; perché a ben cercare ci s’imbatte in un drappello di artisti che, invece, sul verso del dipinto hanno riflettuto e lavorato: per gli italiani il pensiero va immediatamente a Giulio Paolini, autore di silenziosi, enigmatici dipinti in cui è il retro della tela a essere protagonista o, su un diverso versante, a Gastone Novelli, che nella Biennale di Venezia del 1968 voltò i suoi lavori verso il muro, in segno di protesta (scrivendo sul retro di quello esposto ora a Milano «La Biennale è fascista»), ma la mostra arretra fino al trompe-l’œil di Louis-Léopold Boilly (1761-1845), e poi si muove liberamente nel tempo, spostandosi tra pittori e artisti fotografi.

Fra i primi, ci sono Roy Lichtenstein e Luca Bertolo, fra gli altri Gerard Byrne, Thomas Demand, Philippe Gronon, Matts Leiderstam e Ian Wallace, ma il gioco si fa ancora più sofisticato quando recto e verso si fondono e si confondono, come nei lavori su sicofoil traslucido di Carla Accardi o nelle «combustioni» in plastica di Alberto Burri o, più di recente, nei vetri di Pierre Toby.

Intanto la Fondazione ha annunciato il programma milanese del 2016 che, oltre a una rassegna di film di Alejandro González Iñárritu, prevede le mostre «To the Son of Man Who Ate the Scroll» (ideata e curata da Goshka Macuga, nel Podium e nella Cisterna dal 4 febbraio al 19 giugno); «L’image volée», collettiva curata da Thomas Demand (nei due livelli della galleria Nord dal 17 marzo al 28 agosto) e, da fine novembre al 10 gennaio 2017, nella Cisterna, la terza selezione di «Trittico», con opere della collezione Prada di Pivi, Cattelan e Hirst, mentre continua fino al primo maggio «An Introduction», nella galleria Sud e nel Deposito, anch’essa con opere della collezione.

 

Ada Masoero, 05 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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