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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliUn giorno del 2040 l’Île de la Cité, culla dell’antica Lutezia, potrebbe non essere più come la conosciamo oggi, un’isola monumento perlopiù luogo di passaggio per turisti, che vengono a visitare la cattedrale di Notre-Dame (sono 14 milioni ogni anno), e per i funzionari dell’Hôtel Dieu, il più antico ospedale della capitale, e del Quai des Orfèvres, la storica sede della polizia giudiziaria cara a Georges Simenon.
Il sagrato di Notre-Dame potrebbe essere infatti trasformato in un gigantesco pavimento di vetro, che permetterebbe di far entrare la luce naturale nella cripta dove si trovano le vestigia della città romana. È l’aspetto più rivoluzionario del progetto proposto da Dominique Perrault, l’archistar della moderna Bibliothèque Nationale de France, per rivitalizzare il cuore della capitale.
La sua idea è di «costruire un’isola di vetro su un’isola di pietra». Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Centre des Monuments Nationaux e su richiesta del presidente François Hollande, che vorrebbe lasciare la sua impronta sulla capitale, come hanno fatto già diversi suoi predecessori, basti pensare al Beaubourg intitolato a Georges Pompidou o e al Musée du quai Branly che di recente ha preso il nome di Jacques Chirac, ma anche alla Piramide del Louvre voluta da François Mitterrand. «Ho voluto aprire un grande cantiere per il nostro Paese, ha detto Hollande presentando il progetto a febbraio, perché si tratta del cuore della Francia. La nuova l’Île de la Cité può diventare un grande progetto urbano, culturale e turistico per i prossimi decenni».
Le 35 proposte di Perrault sono esposte fino al 17 aprile alla Conciergerie. L’idea di fondo è di «restituire» l’Île de la Cité ai parigini, in modo tale che le persone non si limitino più solo a transitare, ma si fermino sul posto. L’architetto immagina una passeggiata «verde» sul lungosenna e piattaforme galleggianti dove si potrebbero aprire caffè e ristoranti, o anche una piscina. I parcheggi sotterranei invece lascerebbero il posto a una galleria destinata all’accoglienza del pubblico.
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