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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNorcia (Perugia). L'incubo del terremoto non finisce e si rinnova. Alle 7.40 di domenica 30 ottobre una violenta scossa ha attraversato buona parte d'Italia e portato distruzioni in zone già colpite. L'epicentro è stato registrato fra Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera, tra le provincie di Perugia, Macerata e Rieti, e la scarsa profondità (10 chilometri) lo ha reso più micidiale.
Intorno alle 10 di mattina non si registrano morti, una decina i feriti, ma sono stati duramente colpiti centri storici e monumenti, che i tecnici con i vigili del fuoco cercavano di mettere in sicurezza. Come sempre, lo scenario si delinea meglio con il passare delle ore. I casi più eclatanti sono la medievale e bellissima Basilica di San Benedetto e la concattedrale di Santa Maria Argentea, dove è venuta giù la navata, a Norcia (Pg), dove è crollata gran parte della facciata ed è franato il retro, l'abbazia di Sant'Eutizio a Preci (Pg) che aveva già forti lesioni dopo i terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre scorso. Anche Spoleto (Pg), con il territorio e i suoi monumenti già provati, lamenta danni, seppur lievi: tra questi, alla chiesa gotica di San Domenico e a quella, seicentesca, di San Filippo Neri.
Ad Ascoli Piceno è venuto giù un pezzo del campanile della Chiesa di Porta Cartara. A Jesi (An) è crollata parte del tetto della chiesa di San Giuseppe e ha subito danni l'altare. Anche a Tolentino (Mc) una chiesa ha subito forti danni. Molti i cedimenti nel centro storico di Camerino (Mc). Oltre ai palazzi e alle chiese, viene compromesso il vivere stesso nei borghi che sono di per sé patrimonio culturale e vivono se sono, appunto, luoghi dove c'è vita. Nel reatino, ad Amatrice, la torre civica e la chiesa di Sant'Agostino, già lesionate molto gravemente il 24 agosto scorso, sono venute giù. Su indicazione del Vigili del Fuoco, il segretariato del Ministero dei Beni e Attività culturali e del Turismo ha ordinato ai funzionari di non entrare negli edifici colpiti fino al via libera. Si temono ulteriori forti scosse (ad Assisi il 26 settembre 1997 morirono quattro persone sorprese da una nuova scossa durante un sopralluogo nella basilica di San Francesco), tanto più che come di consueto lo sciame sismico prosegue.
E qualche ripercussione si è verificata anche a Roma: ci sono alcune crepe nella basilica di San Paolo fuori le Mura e sono caduti calcinacci nella navata della chiesa di San Lorenzo.
Parla Marica Mercalli, soprintendente in Umbria
Marica Mercalli, soprintendente in Umbria, descrive quanto è accaduto: «Avevo visionato la basilica di San Benedetto a Norcia anche ieri. Ero lì dentro. Aveva lesioni e problemi alla cupola dopo il sisma del 26 ottobre. Ora è crollata in parte la facciata davanti mentre è crollata quelle posteriore. Come è venuta giù la facciata della chiesa di Santa Maria Argentea. Con i terremoti le lesioni si distribuiscono in modo diverso».
La soprintendente dice che l'ultima settimana ha inferto colpi pesantissimi, oltre che alla popolazione, anche ai monumenti mentre proprio mentre i tecnici vedevano i frutti di un lavoro iniziato subito dopo il sisma di agosto. «Siamo in ginocchio. La scossa di stamattina è stata più lunga delle altre. Ha vanificato quanto stavamo mettendo in sicurezza. A Norcia i vigili del fuoco hanno appena smontato e messo in salvo per noi i due pinnacoli e la croce sul tetto della basilica di San Benedetto». Porta Romana, aggiunge, pare aver tenuto bene: «L'avevamo "imbracata". Ma è una magra consolazione».
Le polemiche
Non mancano di avere eco le polemiche di questi giorni. Il sindaco di Matelica e storico dell'arte Alessandro Delpriori in una lettera su «la Repubblica» sabato ha scritto: «Dopo le prime scosse di Amatrice e Arquata ci siamo subito accorti che la situazione per il patrimonio storico artistico era molto difficile, nella zona tra Fabriano e Ascoli Piceno erano centinaia le chiese inagibili, migliaia le opere d'arte in pericolo. Di fronte a tutto questo le soprintendenze erano in stallo totale, non per cattiva volontà dei funzionari sul territorio che invece sono sensibili e molto attivi, ma nella sostanza non si è fatto nulla». Lo storico dell'arte Tomaso Montanari ha attaccato duramente il ministro Dario Franceschini, colpevole, di aver smantellato le soprintendenze e chiedendo «che cosa sarebbe successo se l'abbazia di Sant'Eutizio o la chiesa di San Salvatore a Campi (e moltissimi altri monumenti) fossero stati puntellati e messi in sicurezza dopo il sisma di agosto». E, sempre su «la Repubblica», il custode del monastero di Sant'Eutizio ha dichiarato che negli anni si sono spesi oltre tre miliardi di lire in lavori per rendere l'edificio più adatto ad accogliere turisti buttando via una gran quantità di soldi nella ristrutturazione invece che in veri consolidamenti.
«Trovo le polemiche ingiuste, da due mesi non chiudiamo occhio, noi e le forze di sicurezza e i vigili del fuoco che sono eccezionali, anche umanamente», commenta Marica Mercalli. E sugli aspetti tecnici degli interventi ricorda, a titolo di esempio: «A Sant'Eutizio il crollo non è avvenuto per la mancata messa in sicurezza come qualcuno ha detto. Ricordo che non si consolida un edificio, anche antico, in cinque minuti. E quando lo si fa bisogna garantire la sicurezza di chi interviene».
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L'abbazia di Sant'Eutizio a Preci (Perugia). Foto di Marica Mercalli

La Basilica di San Benedetto a Norcia prima e dopo il terremoto. Foto da Twitter

I danni alla basilica di San Benedetto a Norcia. Foto da Twitter
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