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Il 2019 è l’anno di Giulio Romano (Giulio Pippi de’ Jannuzzi, Roma, 1492 o 1499-Mantova, 1546) e Mantova, la città dove visse dal 1524, gli dedica dal 6 ottobre due attese mostre: in Palazzo Ducale, «“Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova» (con Skira), curata dal direttore Peter Assmann con un comitato scientifico internazionale, frutto della collaborazione con il Musée du Louvre di Parigi (ai cui prestiti si aggiungono quelli di altri grandi musei mondiali), sulla «nuova maniera» artistica sviluppata da Giulio dopo aver lasciato Roma, dov’era stato il collaboratore più geniale e l’erede di Raffaello.
L’altra, «Giulio Romano: Arte e Desiderio» (con Electa), curata da Linda Wolk Simon, con immagini erotiche dal mondo classico al primo ’500, in Palazzo Te, il palazzo delle delizie e degli amori di Federico II Gonzaga (progettato e affrescato da Giulio), con prestiti da 20 musei del mondo.
Questa rappresenta il culmine del programma «Mantova Città di Giulio Romano», promosso da Comune e Fondazione Palazzo Te, che comprende la mostra «Sonografia» (fino al 28 luglio: opere di Sonia Costantini e musiche di Corrado Rojac e Luigi Manfrin); conferenze (il 3 luglio, al Lungorio, «Leon Battista Alberti e Giulio Romano», con Arturo Calzona e, nella Casa della Beata Osanna Andreasi, il 26 luglio «Giulio Romano e le residenze del patriziato mantovano», con Giulio Girondi; il 2 agosto «Palazzo Te, teatro delle passioni» con Ugo Bazzotti, e il 13 settembre «Giulio e Raffello invece», con Giovanni Pasetti), nonché visite e percorsi guidati (il 4 e 18 luglio in Duomo e l’11 e 25 luglio in Sant’Andrea, «Nel segno di Giulio», con don Brunelli, e il 15 e 16 agosto, partendo da Palazzo San Sebastiano, «Le perle di Mantova. Alla maniera di Giulio Romano»).
E dal 3 settembre al 30 giugno successivo, in Palazzo Te, l’evento multimediale «Giulio Romano è Palazzo Te».

Gli affreschi di Giulio Romano nel soffitto della Sala dei Giganti all’interno di Palazzo Te, una delle sedi delle celebrazioni insieme a Palazzo Ducale
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