«Volo tricolore» (1934) di Fortunato Depero (particolare)

© 2024 Fondazione Massimo e Sonia Cirulli

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«Volo tricolore» (1934) di Fortunato Depero (particolare)

© 2024 Fondazione Massimo e Sonia Cirulli

Il Novecento italiano della Fondazione Cirulli in trasferta in Francia

Oltre 130 opere ripercorrono i diversi «aspetti di modernità e di innovazione che hanno caratterizzato il nostro Paese» in dialogo con le collezioni del Musée d’art moderne di Troyes

La collezione della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, istituzione culturale che dal 1984 opera per la valorizzazione della cultura visiva italiana del ’900, è esposta in Francia, al Musée d’Art Moderne di Troyes dal 22 giugno al 20 ottobre, nella mostra «Italia Veloce. Arte e design del XX secolo». Dal 2018, la Fondazione Cirulli ha inaugurato anche la nuova sede di San Lazzaro di Savena (Bologna), in un edificio di Achille e Pier Giacomo Castiglioni. 

Per Troyes, pittoresca cittadina a circa 150 km a est di Parigi, sono state selezionate più di 130 opere, datate dal 1900 al 1960, che entrano in dialogo con le collezioni del museo francese. Una selezione eterogenea con lavori di Giacomo Balla, Virgilio Marchi, Umberto Boccioni, Lorenzo Viani o ancora Fortunato Depero, che, spaziando attraverso vari supporti e linguaggi espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al collage, dalla pubblicità al design, vuole essere un «viaggio» in cui, come si legge in una nota, si ripercorrono i diversi «aspetti di modernità e di innovazione che hanno caratterizzato il nostro Paese» nella prima metà del ’900, anni di cambiamenti politici e scoperte tecnologiche. 

Il percorso, in sei sezioni crono-tematiche, è stato curato da Jeffrey Schnapp della Harvard University, e da Juliette Faivre-Preda del museo di Troyes. Un’ampia parte della mostra è dedicata al Futurismo, il movimento d’avanguardia che, mosso da un’ansia di rinnovamento e di rottura con ogni forma espressiva del passato, si riconobbe nelle idee di Tommaso Marinetti e del suo «Manifesto del Futurismo» (1909), in cui si esaltavano appunto la velocità e la bellezza del movimento. Il mito dell’automobile e l’epopea del volo diventarono tra i temi centrali dell’estatica futurista. Di questo periodo sono «Treno in velocità» di Gerardo Dottori (1923), gli studi urbanisti di Antonio Sant’Elia (1912) e i tram di Virgilio Marchi (1919). Un’intera sezione è dedicata alla fotografia, dalle sperimentazioni dei fratelli Bragaglia, inventori della tecnica dell’élan vital dei corpi in movimento, degli anni ’20 e ’30, agli scatti realistici del secondo dopo guerra con le mondine di Enrico Pasquali (1953) e gli operai di Bruno Munari (1950). La mostra si occupa anche del design degli anni ’60 e del cinema italiano, dal colossal «Cabiria» (1914), al Neorealismo e al Cinema d’autore. In questa sezione sono esposti anche i disegni di Danilo Donati per la scenografia di «Amarcord» di Federico Fellini (1970) e gli scatti di icone del cinema realizzati da Tazio Secchiaroli, Leo Massa o Pietro Pascuttini.

Luana De Micco, 21 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

Il Novecento italiano della Fondazione Cirulli in trasferta in Francia | Luana De Micco

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