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- Luana De Micco
- 13 aprile 2017
- 00’minuti di lettura


La musa è donna
- Luana De Micco
- 13 aprile 2017
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliÈ la prima volta che la collezione di Alicia Koplowitz è esposta in Francia. La donna d’affari spagnola alla testa del Grupo Omega Capital, figlia di un imprenditore ebreo tedesco che fuggì dalla Germania nazista negli anni Trenta, è anche una nota filantropa e collezionista d’arte.
Con la mostra «Da Zurbarán a Rothko» il Musée Jacquemart-André presenta, fino al 10 luglio, una parte dell’ampia collezione riunita in una trentina d’anni, nella quale figurano tanto sculture antiche quanto dipinti di Canaletto, Modigliani, Van Gogh, Giacometti, o ancora Barcelò. Ma il filo rosso dell’eclettica, enciclopedica, collezione, che spazia da un’epoca all’altra e non si chiude a nessun tipo di tecnica o corrente, è uno: la donna, come musa ispiratrice e come artista.
La selezione del museo parigino comprede 53 tele allestite come una «passeggiata cronologica attraverso la collezione». La prima sala si sofferma sulla pittura spagnola del XVI, XVII e XVIII secolo, e si apre con la «Vergine con Gesù bambino e san Giovanni Battista» (1659 ca) di Zurbarán. Alla pittura italiana è dedicata la seconda sala, con le vedute di Venezia di Guardi e Canaletto, una «Veduta di Madrid» di Antonio Joli, alcuni sensuali ritratti femminili firmati Pietro Antonio Rotari e incisioni di Giambattista e Giandomenico Tiepolo realizzate in Spagna. Si entra quindi nel XIX e XX secolo con la bella «Liseuse» (1889) di Toulouse-Lautrec e la «Donna in abito blu» (1911) di Schiele.
Superata la sala dedicata a Picasso si incontrano altri capolavori, come la bellissima «Donna dai capelli rossi che indossa un ciondolo» (1918) di Modigliani e la provocante «Donna con ampio cappello» (1906) di Kees Van Dongen.
La mostra si chiude con opere di Lucian Freud, Louise Bourgeois e la «Donna veneziana I» che Giacometti realizzò per la Biennale del 1956.