Il prossimo 31 maggio il Metropolitan Museum of Art riaprirà, al termine di un’importante ristrutturazione, la Michael C. Rockefeller Wing. L'ala comprende le collezioni di arte dell’Africa, delle antiche Americhe e dell’Oceania e, una volta completata, presenterà oltre 1.800 opere che abbracciano cinque continenti e centinaia di culture. Le gallerie sono chiuse al pubblico per lavori dal 2021. Progettate da Why Architecture in collaborazione con Beyer, Blinder, Belle Architects Llp e con il dipartimento del Design del Met, le gallerie ripensate sono state progettate per trasformare l’esperienza dei visitatori e incorporare tecnologie innovative che consentiranno al museo newyorkese di esporre gli oggetti in nuovi modi. Nelle gallerie dedicate a ciascuna delle distinte aree di raccolta, gli elementi di design fanno riferimento e rendono omaggio ai vernacoli architettonici di ogni regione.

A Viterbo, in piazza del Plebiscito, si scava da alcuni mesi e i ritrovamenti sono «di importanza rilevante». Sono riemerse 25 sepolture di cui quattro di bambini, tra uno e tre anni, uno ancora più piccolo, forse un feto a termine o un neonato morto nell’arco di due mesi di vita. Intorno, i resti di alcuni edifici residenziali di epoca medievale. A fare il punto sulle scoperte di questi mesi sono state Beatrice Casocavallo, ispettrice della Soprintendenza e Alessandra Spina, archeologa incaricata di seguire le operazioni di scavo preliminari in occasione dei lavori di pavimentazione. «Quello che ci aspettiamo, levando lo strato superficiale, ha detto Spina, è di trovare un’estensione della necropoli con livelli di ossa meglio conservati che daranno informazioni demografiche». 

Dopo essere appartenuta per oltre un secolo a collezionisti e antiquari, da nord a sud del Paese, torna a Nicosia (En) una Madonna del Soccorso dei primi anni del CInquecento, opera dello scultore comasco Gabriele di Battista Bregno (1440-1505), allievo di Domenico Gagini. La Madonna, splendido esempio di arte rinascimentale siciliana, era rimasta fino al 1866 nel Monastero benedettino di Nicosia che l’aveva commissionata. Negli ultimi anni la Madonna era di proprietà dell’antiquario fiorentino Giovanni Turchi (scomparso il 7 gennaio) che aveva messo in vendita la statua nel 2023. Un avvocato di Nicosia, Gaetano Cantaro, a nome dell’intero paese, aveva chiesto e ottenuto dalla Soprintendenza il vincolo dell’opera per evitarne la vendita. Si è mossa quindi la Regione Sicilia che ha stanziato 50mila euro per acquistarla. Gli eredi dell’antiquario fiorentino hanno accettato l’offerta: l’antico monastero benedettino che l’aveva commissionata non esiste più; perciò, la Madonna verrà esposta entro l’estate nell’atrio del Palazzo Comunale di Nicosia.

Nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 marzo ha avuto luogo la cerimonia più acclamata e attesa del mondo del cinema. Contro ogni pronostico, «Anora» ha vinto nella categoria Miglior film, lasciando a bocca asciutta i maggiori candidati «Emilia Pérez» (13 nomination) e «The Brutalist». La pellicola sulla vita dell’architetto del Bauhaus László Tóth, che si presentava con ben 10 nomination, ha portato a casa solo tre statuette: Miglior attore protagonista per Adrien Brody, Miglior fotografia per Lol Crawley e Miglior colonna sonora originale per Daniel Blumberg. «Sono qui ancora una volta per rappresentare i traumi e le ripercussioni della guerra, dell’oppressione sistematica, dell’antisemitismo, del razzismo, ha affermato nel suo discorso di ringraziamento Brody. Prego per un mondo più sano, più felice e più inclusivo. E credo che se il passato può insegnarci qualcosa, deve essere un promemoria per non lasciare che l’odio rimanga incontrollato. Deve insegnarci a non ripetere gli errori, dobbiamo lottare per ciò che è giusto, rispettiamoci gli uni con gli altri». Già nel 2003, l’interpretazione del pianista polacco di origine ebraica nel film di Roman Polański, «Il Pianista» (2002), ambientato durante la Seconda guerra mondiale gli fece ottenere il primo Oscar come Miglior attore protagonista.

Il secondo numero della Rivista edita dalla Biennale di Venezia, che rinasce dopo 53 anni dalla sua ultima pubblicazione, è intitolato «La forma del caos / The Shape of Chaos» ed è interamente dedicato al tema dell’Archivio. Nel nuovo numero della Rivista dialogano le discipline proprie della Biennale di Venezia (arte, architettura, cinema, danza, musica, teatro) ma anche moda, scienza, poesia, letteratura, antropologia. «Questa rivista di carta, scrive il direttore Luigi Mascheroni nel suo editoriale, diventa così un registro di carte. E d’idee, documenti, ricordi, collezioni. L’archivio è la speranza (o l’illusione?) dell’uomo di fare ordine e dare forma al caos, generando conoscenza».

Sarà l’artista concettuale americano Joseph Kosuth il protagonista dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia Albertina il 13 marzo alle ore 12 nel Salone d’Onore dell’istituzione torinese: riceverà il Diploma ad honorem in Fenomenologia delle arti contemporanee. Uno dei più significativi esponenti e teorici dell’arte concettuale, mettendo in discussione le definizioni e i procedimenti convenzionali dell’arte ha focalizzato la sua ricerca sul linguaggio, con un complesso approccio nel quale interagiscono filosofia, antropologia, psicanalisi e critica d’arte; mirando a rivelare visivamente la complessità dei codici culturali, ha lavorato essenzialmente su espedienti linguistici, come la citazione, la tautologia, la traduzione, la ripetizione, la contraddizione e la negazione.