NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 05 OTTOBRE 2023

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GIOVEDÌ 5 OTTOBRE 2023

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Despina Zacharopoulou durante la sua performance «Corner Time» (2016) presso il Benaki Museum. Fotografia di Natalia Tsoukala. Cortesia dell’artista

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Una proposta di legge del City Council di NY prevede di identificare tutti i monumenti agli schiavisti

Una proposta di legge presentata da un membro del City Council di New York richiede alla città di identificare le opere d’arte pubblica «raffiguranti una persona che possedeva persone ridotte in schiavitù o che ne ha beneficiato direttamente dal punto di vista economico», un primo passo per affrontare e contestualizzare la storia razzista di questi monumenti. Il disegno di legge segue la commissione del 2018 dell’ex sindaco Bill de Blasio sul tema dei monumenti controversi e della loro possibile rimozione, che aveva prodotto un rapporto di 42 pagine sulla questione e aveva portato al trasferimento di una sola opera, una grande statua di bronzo di J. Marion Sims (il ginecologo ottocentesco che sperimentava sui corpi delle donne nere senza il loro consenso e senza anestesia) da Central Park al Green-Wood Cemetery di Brooklyn.

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Banksy sarà costretto a presentarsi in tribunale?

Secondo le ricostruzioni diffuse dalla stampa inglese, in primis il «Daily Mail», l’anonimato dello street artist Banksy sarebbe solo questione di tempo perché la sua identità potrebbe essere presto svelata davanti a un giudice. Denunciato per diffamazione, l’artista è stato chiamato a rispondere in tribunale, a volto scoperto: potrebbe essere la fine del mistero che circonda da sempre Banksy. Il «Daily Mail» in realtà da qualche tempo è sicuro che l’identità di Banksy sia già stata svelata: si tratterebbe di Robin Gunningham, 53enne di Bristol, del quale aveva già pubblicato una foto nel 2008.

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Il nuovo allestimento del Palazzo Ducale di Sassuolo

Inaugura oggi, 5 ottobre con apertura pubblica da domani, il nuovo allestimento del Palazzo Ducale di Sassuolo (Mo), una delle sedi delle Gallerie Estensi di Modena, Ferrara e Sassuolo dirette da Martina Bagnoli. L’intervento, «Invito a Corte», è sia di tipo materiale che immersivo e comprende cinque sale dell’ala meridionale del Palazzo, il cosiddetto Appartamento di Orlando finora saltuariamente aperto al pubblico: in questi spazi vengono illustrati e ricostruiti attraverso modelli, disegni ricostruttivi, opere, filmati e immagini, le trasformazioni del complesso e del territorio circostante. L’edificio attuale, ampiamente affrescato nel XVI secolo, risale al 1634 quando Francesco I d’Este, duca di Modena e Reggio, incarica l’architetto romano Bartolomeo Avanzini e l’ingegnere reggiano Gaspare Vigarani della trasformazione dell’antico palazzo castellano, già dei principi Pio di Savoia, in una spettacolare dimora estiva di rappresentanza. Alla inaugurazione partecipano Francesco Gilioli, capo di Gabinetto del MiC, Massimo Osanna, direttore generale Musei MiC e il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi.

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Una «Fine di Dio» di Fontana esposta a Milano per due giorni (e poi a Parigi) prima di andare all’asta a novembre da Sotheby’s

Nella sua prima apparizione pubblica dopo oltre un decennio, uno dei dipinti più significativi di Lucio Fontana sarà esposto oggi 5 ottobre e domani 6 nelle gallerie di Sotheby's a Milano per una speciale anteprima. Appartenente a una delle serie più celebri dell’artista, «Concetto Spaziale. La Fine di Dio», una grande tela di forma ovoidale bucherellata del 1963, che Fontana dipinse di bianco, sarà esposta a Parigi (14-19 ottobre), prima di essere protagonista della Contemporary Art Evening Auction di Sotheby’s a New York il 15 novembre, con una valutazione tra i 18 e i 22 milioni di dollari. Con lo sguardo rivolto all’esplorazione dello spazio di quegli anni, Fontana cercò di indagare nella sua arte alcune delle nozioni generali suscitate da queste scoperte.

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Da Sotheby’s il collezionismo è preistorico

Sotheby’s prova a conquistare nuovi clienti orientali puntando sui dinosauri. Per «Prehistoric Earth», la sua prima vendita di storia naturale allestita a Hong Kong, il 6 ottobre, la casa d’aste presenterà due soli reperti fossili di particolare importanza. Il primo è un esemplare di Griposauro, del tardo periodo Cretaceo (approssimativamente 74 milioni di anni fa), proveniente dal Montana, stimato 1,46-2,44 milioni di euro circa. Si tratta dello scheletro di un cucciolo di questo animale preistorico, lungo poco meno di 2,5 metri (gli adulti arrivavano anche a 8 metri), un ritrovamento piuttosto raro perché riporta intatte porzioni fondamentali per lo studio del cranio. Il secondo è un teschio di mammut lanoso, una sorta di elefante vissuto nel Pleistocene (periodo che va da 2,6 milioni a 10mila anni fa). È caratterizzato da un paio di lunghe zanne curvate a spirale e dotate di una speciale patina blu-verde marmorizzata, dovuta alla vivianite, il minerale presente nel suolo dove è avvenuta la fossilizzazione. Il reperto è stato scoperto in Siberia nel 2018, proviene da una collezione americana ed è valutato 293mila-488mila euro circa.

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A Palazzo Maffei a Verona entra la «Grande onda di Kanagawa» di Katsushika Hokusai

Una delle immagini più note e probabilmente amate dal pubblico (un miliardo di visualizzazioni su Google contro i 130 milioni della «Gioconda» di Leonardo e i 13 milioni di «Guernica» di Picasso) è quella della «Grande onda di Kanagawa» di Katsushika Hokusai (Edo, ovvero Tokyo, 1760-1849), simbolo delle opposte tensioni provate dall’uomo nei confronti della forza mare: il terrore ancestrale verso l’ignoto e il desiderio incombente di superare le proprie paure, per valicare anche gli ostacoli apparentemente insuperabili. Ora anche a Palazzo Maffei Casa Museo a Verona sarà possibile ammirare una xilografia originale della «Grande onda» (1831): l’iconica opera di Hokusai è accompagnata da un altro suo lavoro e da un nucleo rappresentativo di altre 5 xilografie originali di artisti coevi sempre provenienti dall’allora città di Edo, Utagawa Hiroshige e Utagawa Kunisada.

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La Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo è l’8 ottobre

Torna domenica 8 ottobre la decima edizione della «Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, F@Mu 2023»: la prima avvenne nel 2013 con la partecipazione di 340 musei del Paese. Domenica ben 1.200 musei saranno aperti allo scopo di far dialogare famiglie e musei: bambini e adolescenti nuovi fruitori culturali e musei sempre più accessibili e «family friendly». Proseguendo il discorso tematico inaugurato nel 2022 dal titolo «Diversi ma uguali», F@Mu 2023 ha scelto come titolo quest’anno «Apriti Museo», un invito chiaro a sostenere e a parlare a genitori e bambini di «Inclusività e accoglienza». I Musei, le Fondazioni e tutti gli spazi espositivi pubblici e privati che hanno aderito all’iniziativa gratuitamente, apriranno le porte proponendo visite didattiche e giochi a tema.

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Il restauro dell’Aula della Camera del Parlamento Subalpino a Torino

L’Aula della Camera del Parlamento Subalpino a Torino, l’unica aula parlamentare rimasta integra in Europa tra quelle nate con le rivoluzioni del 1848 e riconosciuta monumento nazionale dal 1898, si è presentata al pubblico dopo i lavori di manutenzione straordinaria che l’hanno vista protagonista in questi mesi realizzati su impulso della Regione Piemonte e grazie al contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo. Il Parlamento Subalpino restaurato è stato infatti la straordinaria cornice in cui si è svolto il secondo Festival delle Regioni, organizzato a Torino dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in collaborazione con la Regione Piemonte.

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Mostre che aprono | Nella zona della Stazione «Milano Centrale Festival»

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Mostre che aprono | Nella zona della Stazione «Milano Centrale Festival»

«Milano Centrale Festival» è una rassegna d’arte diffusa che si tiene dal 6 all’8 ottobre nella zona della Stazione Centrale di Milano e di qui, seguendo il Naviglio della Martesana in aree ancora insospettabilmente verdi, giunge fino Ponte Nuovo, verso la campagna: tre giorni di arte contemporanea in forma di libri, fotografia, videoarte, performance live, mostre, installazioni, in questo quartiere dell’area orientale della città, per riscoprirne l’identità, percorrendolo a piedi o in bicicletta. Le mostre sono ispirate ai luoghi in cui si aprono, che vengono a loro volta animati e trasformati da installazioni, performance, talk, visite a studi d’artista e a nuove, dinamiche realtà culturali. Realizzato su progetto di Chippendale Studio, con la direzione artistica di Luca Panaro, in collaborazione con l’Associazione Centrale Fotografia di Fano (dove dal 2009 si tiene il Centrale Festival) e con il patrocinio di Municipio 2-Comune di Milano, Milano Centrale Festival coinvolge 13 luoghi espositivi, tra cui la Cineteca di Milano, 46 artisti (fra gli altri, Nan Goldin, Liu Bolin, Andres Serrano, Ugo La Pietra), due Accademie d’arte (Brera e Naba), l’Ambasciata di Svezia e molto altro ancora.

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Mostre che aprono | Thomas Berra a Ca’ Pesaro per ArtVerona

La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro a Venezia ha scelto Thomas Berra all’edizione 2022 di ArtVerona per Arte Museo, il premio che prevede il coinvolgimento di istituzioni pubbliche e fondazioni nella «adozione» e promozione di un giovane artista. Sarà infatti con la sua mostra personale «In quel camminare dove i piedi ti portano» che, dal 6 ottobre al 5 novembre, Ca’ Pesaro celebra la XIX Giornata del Contemporaneo. È un progetto site specific ideato e realizzato dall’artista, a cura di Elisabetta Barisoni, direttrice della Gam veneziana, in collaborazione con la galleria Una di Piacenza. Nato a Desio (Monza Brianza) nel 1986, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Berra lavora sul mondo onirico e vegetale, «con tecniche tradizionali e dimostra grande abilità pittorica, a delineare un universo fiabesco e narrativo ricco di intensa poesia», scrive Barisoni. Ritraendo erbari «fuori dal comune» l’artista «si focalizza sulle piante selvatiche, denominate vagabonde. Il mondo vegetale diventa scenario di paesaggi mistici, animati da soggetti che sembrano provenire da un mondo incantato, in cui l’uomo è tutt’uno con la natura, in un senso di perfetta comunione. Una ricerca che celebra e ama le erbacce, spesso trascurate, che crescono senza una casa. Esse si appropriano - di nuovo - degli spazi abitati dall’uomo, per coesistere e far apprezzare la loro presenza: non solo piante indesiderate e invasive, ma simboli di resistenza e resilienza. Esse prosperano negli interstizi, negli spazi dimenticati tra le strutture urbane, dimostrando la loro capacità di adattarsi e sopravvivere anche in condizioni ostili. Berra porta avanti una ricerca sulla necessità di inclusione e sull'importanza di difendere la differenza».

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Mostre aperte | Al Southbank Centre di Londra quattro giorni di performance con il Marina Abramović Institute

Fino all’8 ottobre la Queen Elizabeth Hall del Southbank Centre di Londra ospita una maratona di performance di lunga durata curata dal Marina Abramović Institute (Mai) in collaborazione con la stessa Abramovic. Parte della nuova stagione di performance e danza dell’istituzione londinese, il Marina Abramović Institute Takeover accende i riflettori su 11 artisti interdisciplinari in una serie inedita di performance site specific. Collective Absentia, Carla Adra, Cassils, Paula Garcia, Miles Greenberg, Sandra Johnston, Carlos Martiel, Yiannis Pappas, Paul Setúbal, Aleksandar Timotic e Despina Zacharopoulou: questi i protagonisti che, insieme a Marina Abramović, presente a due delle giornate interessate dalla vetrina (4 e 8 ottobre, sessione numero uno), rivitalizzeranno gli interni della Queen Elizabeth Hall in una riflessione su temi quali oppressione, razzismo, violenza, mortalità e trauma. «Le performance di lunga durata sono tra le opere d’arte più effimere, uniche, difficili, esigenti e rivelatorie di oggi giorno, spiegala madrina della Performance art. Sono determinata a espandere i confini della mia pratica supportando altri artisti attraverso questo progetto. Il Marina Abramović Institute invita gli spettatori a partecipare attivamente alle performance».

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Mostre aperte | Il medagliere di Bologna si rivela al Museo Civico Archeologico

A San Petronio, vescovo di Bologna dal 431-432 al 450, si attribuisce la rinascita della città in un’epoca di rinnovato spirito di comunità e di ripresa di un’intensa attività di ricostruzione edilizia privata ed ecclesiastica. La sua figura e l’opera, però, ben presto vennero dimenticati fino a che il 4 ottobre 1141 non ne vennero riscoperte le reliquie: da allora ripartì il culto che si consolidò dal punto di vista visivo solo alla fine del XIV secolo quando sulle monete bolognesi iniziò ad apparire la sua effige. Tutto ciò e molto altro è ora raccontato dalla mostra «ll Medagliere si rivela. San Petronio, “rifondatore” di Bologna», a cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini, fino al primo novembre al Museo Civico Archeologico di Bologna. Ordinata negli spazi espositivi una ventina di esemplari tra monete, conii, punzoni e medaglie compresi tra il XIV e il XX secolo.

Redazione, 05 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata