Edek Osser
Leggi i suoi articoliIl passo decisivo è stato compiuto il 12 gennaio quando la Camera ha approvato all’unanimità (2 astenuti) la ratifica, attesa da anni, della Convenzione di Nicosia. Firmata anche dall’Italia il 19 maggio 2017, serve ad armonizzare il contrasto dei reati a danno dei beni culturali nei 47 Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa.
La Convenzione non era mai entrata in vigore in attesa della ratifica di almeno cinque degli Stati firmatari, come stabilito dal trattato. Il voto dell’Italia ha ora sbloccato la situazione e il trattato di Nicosia è entrato in vigore nel gennaio 2022.
Ma la Convenzione obbliga chi la ratifica a darsi una legislazione capace di proteggere in modo davvero efficace il proprio patrimonio culturale, e stabilisce una serie di norme che definiscano le categorie e il livello di gravità dei reati specifici contro il patrimonio con pene detentive e pecuniarie adeguate. Le leggi italiane non rispettano ancora questi criteri: le pene sono irrisorie, nessuna aggravante se a essere distrutto, danneggiato, rubato, venduto o esportato illegalmente è parte del nostro patrimonio e la disciplina penale è regolata quasi completamente dal Codice dei Beni culturali del 2004.
L’approvazione della Convenzione di Nicosia ha rilanciato e reso urgente una legge più severa. Questa legge era già stata presentata dai ministri Dario Franceschini e Andrea Orlando, approvata nel 2018 da un ramo del Parlamento e poi dimenticata. Quella stessa legge, emendata dal Senato lo scorso 14 dicembre e firmata ora da Orlando (nel 2018 ministro della Giustizia e ora del Lavoro, Ndr), dovrebbe essere presto approvata. È attualmente all’esame della Commissione Giustizia della Camera e tutto dovrebbe concludersi entro il prossimo marzo.
La legge cambierà molte cose e prevede che i reati penali ora contenuti nel Codice dei Beni culturali siano inseriti in 17 nuovi articoli, riuniti in un apposito titolo del Codice penale che prevede pene più adeguate per i reati contro il patrimonio culturale (quelli ora contenuti nel Codice dei Beni culturali saranno abrogati). Le pene risultano aggravate per tutti i reati «semplici» (come ricettazione, riciclaggio, distruzione, danneggiamento, importazione ed esportazione, contraffazione ecc.) se commessi contro un bene culturale e viene istituita una nuova fattispecie: quella di «furto d’arte».
Nel Codice penale saranno anche sanzionati altri comportamenti illeciti previsti dalla Convenzione di Nicosia, che rappresenta così la cornice internazionale della nuova legge penale italiana in difesa del patrimonio di molti Paesi. Presuppone una più stretta collaborazione tra Stati nella lotta contro le organizzazioni criminali che operano anche all’estero e rappresentano una forte minaccia per l’integrità e la conservazione del patrimonio culturale.
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