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Il «migliore amico dell’uomo» protagonista di una mostra nella Reggia di Venaria
- Federico Castelli Gattinara
- 19 ottobre 2018
- 00’minuti di lettura


«Endimione» di Canova da Possagno
Cave canem
Il «migliore amico dell’uomo» protagonista di una mostra nella Reggia di Venaria
- Federico Castelli Gattinara
- 19 ottobre 2018
- 00’minuti di lettura
Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliCuriosa proposta, quella alla Reggia di Venaria, che dal 20 ottobre al 10 febbraio ospita «Cani in posa. Dall’antichità a oggi», prima grande mostra in Italia sul tema, da un’idea di Fulco Ruffo di Calabria. Non poteva esserci contenitore migliore della dimora sabauda disegnata a metà Seicento da Amedeo di Castellamonte, luogo di svago e di piaceri legati alla caccia, e quindi ai cani, gli animali di gran lunga più rappresentati nella storia dell’arte.
La cura Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi ad Ariccia ed esperto di Barocco. Questa volta lo studioso spazia su un arco temporale di due millenni, portando in mostra manufatti, sculture, dipinti, incisioni, disegni e foto dall’età classica a oggi, con alcuni inediti. Vedremo, suddivisi in cinque sezioni, cani di età greco-romana, cani in posa o in azione, ritratti di persone affiancate da uno o più cani, cani all’interno di rappresentazioni storiche, religiose, mitologiche, allegoriche o di vita reale, persino cani immaginari.
Il notissimo «Cave canem» pompeiano a mosaico del Mann di Napoli apre la mostra, ma sono vari i pezzi archeologici in prestito da Aquileia, Palermo e Musei Vaticani. Si prosegue con la pittura gotica, il Rinascimento di Dürer, Bassano e altri, con un inedito «Venere e Adone» di Luca Cambiaso da collezione privata inglese, il Seicento di Sustermans, Preti, Sweerts, Cerquozzi e Vaccaro, con Luca Giordano e il «Ritratto di Michelino Pagani con mastino» di Sebastiano Ricci.
E ancora i pittori specialisti del genere, come Michelangelo Pace con i suoi levrieri nei feudi Chigi da Ariccia, il Settecento di Panini, Guardi, Tiepolo e Kauffmann, con un Batoni inedito e l’«Endimione» di Canova da Possagno, l’Otto e il Novecento, fino ai contemporanei, con Haring, Basilè, Garutti, le fotografie di Elliott Erwitt e una scelta di cartoni animati.

«Endimione» di Canova da Possagno