Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliCon l’appena terminato intervento sull’interno si è concluso il restauro del Duomo, parte del sito Unesco insieme alla torre Ghirlandina e a piazza Grande, che ospita i due edifici fondati nel 1099 e il vicino Palazzo municipale. Durati poco più di un anno, i lavori, diretti da Elena Silvestri e affidati alle ditte di Spoleto CoSIS - Consorzio Stabile e Coo.Be.C Cooperativa, sono costati 900mila euro, giunti attraverso la Regione Emilia-Romagna grazie ai fondi a favore del recupero antisismico.
Architetto Silvestri come avete risolto i problemi causati dal sisma del 2012?
Il lavoro più complesso è stato quello sulle volte della chiesa, strutture delicatissime risalenti al 1450 interessate da gravi crolli durante ogni terremoto documentato dal 1501 al 1996. Durante il sisma del 2012 sono crollate varie porzioni di laterizio, per cui è stato necessario un lungo lavoro sull’intradosso e sull’estradosso delle volte. Abbiamo eseguito numerosi interventi di riparazione e rafforzamento e tutte le parti più vulnerabili sono state consolidate: volte, coperture, murature, torrini sul tetto.
Sono emerse novità?
Sì, saranno raccontate in una pubblicazione Allemandi in uscita entro l’anno.
Come avete consolidato i torrini?
Sono tra le parti più vulnerabili, essendo strutturalmente molto snelli. Quelli originali crollarono già nel 1671 e vennero ripristinati solo nel 1936. Nei mesi scorsi li abbiamo collegati alla struttura sottostante attraverso telai in acciaio leggerissimi e non visibili dal basso.
Poi siete intervenuti sulle volte.
Sull’estradosso abbiamo ridato solidità alle volte risarcendo le lesioni presenti e utilizzando fasce in fibra di basalto e acciaio annegate in malta di calce, che trattengono i movimenti. Sull’intradosso abbiamo iniettato le lesioni e collegato alle volte i costoloni che si vedono guardando in alto dall’interno: da questi si erano staccati degli interi laterizi nel 2012; oggi il tutto è consolidato.
E sulle murature.
Siamo intervenuti con iniezioni di calce all’interno e abbiamo poi posizionato delle catene in ferro, elementi reversibili.
Infine le coperture.
In quelle parti abbiamo realizzato collegamenti in ferro di tutte le strutture lignee in modo da legarle tra loro.
Il Duomo è stato chiuso?
Abbiamo operato garantendo sempre l’apertura al pubblico della Cattedrale, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Bologna, studiando e monitorando gli interni anche grazie alla collaborazione con le Università di Modena e Reggio Emilia, di Bologna e con i membri del comitato scientifico del Duomo.
L’esterno del Duomo era stato restaurato di recente: i lavori al paramento lapideo erano iniziati nel 2006, dopo il crollo di materiale laterizio dalla facciata, quando si decise di intervenire sul rosone centrale del XII secolo, sui lati nord e sud e sulle absidi. Il restauro esterno, conclusosi nel 2014 sotto la supervisione dell’allora direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici Carla Di Francesco, era stato finanziato con 2,75 milioni di euro stanziati dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, 950mila da UniCredit Banca e 1,2 milioni dal Mibac.
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