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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliDopo le indagini preliminari e lo smontaggio nell’autunno scorso, è ora in corso il restauro della statua equestre di Cosimo I de’ Medici in piazza della Signoria, opera di Giambologna commissionata dal figlio Ferdinando I de’ Medici nel 1587. L’intervento, realizzato grazie all’accordo tra il Comune di Firenze e la maison fiorentina Salvatore Ferragamo tramite l’ArtBonus, è affidato a Nicola Salvioli per le parti in bronzo e a Stefano Landi (di Cooperativa Archeologica) per il basamento marmoreo.
Il gruppo di dimensioni due volte il vero, composto dal cavallo e da Cosimo I con un’armatura all’antica, fu collocato nel 1595, mentre i rilievi bronzei con episodi della vita del Granduca apposti sul basamento marmoreo vennero eseguiti tra il 1596 e il 1598 dallo stesso Giambologna, Pietro Tacca, Girolamo della Bella e altri. «Cavallo e cavaliere, spiega Salvioli, sono realizzati ciascuno con una sola fusione e non presentano parti assemblate: un esito mai raggiunto prima. Per realizzare questo monumento, che firma “Giovanni Bologna all’età di sessantacinque anni”, Giambologna acquista la casa accanto alla propria in borgo Pinti e la destina a fonderia».
Il cavallo si reggeva in origine solo su due zampe; il terzo sostegno, una semisfera in marmo su cui poggia il terzo zoccolo, risale al 1945. «Sarà da valutare se togliere o no questo sostegno, spiega Salvioli, perché la corrosione dei ferri di armatura rende le zampe del cavallo fragili. Per quanto riguarda la superficie, la patina originale è ormai scomparsa ma esistono altre zone dove è presente una patina stabile naturale formatasi nei secoli».
Il restauro tenderà ad armonizzare al massimo quelle porzioni con altre più sofferenti a causa degli agenti atmosferici. Il grado di acidità delle piogge infatti incide molto sulla patina innescando processi corrosivi e la superficie del bronzo risulta assottigliata nelle parti che presentano ora una colorazione verde. Cosimo I, in origine posato e non saldato al cavallo, è ora accanto al suo destriero sul ponteggio accessibile alle visite. «Bisognerà spostarlo di qualche centimetro rispetto a come lo abbiamo trovato, precisa Salvioli, perché nel corso del restauro del ’45 non riuscirono a ricollocarlo correttamente, forse perché in quei giorni pioveva molto e le corde scivolavano».
L’intervento segue una pulitura eseguita nel 1992-93 e fa parte di un progetto di restauro dei gruppi scultorei della piazza ad opera di Salvioli per i bronzi e della Cooperativa Archeologica per i marmi: «Ercole e Caco» di Baccio Bandinelli (appena concluso), la copia del «David» di Michelangelo, la copia della «Giuditta e Oloferne» sull’arengario di Palazzo Vecchio e le statue dei «Termini» all’ingresso del palazzo. Rientra nel progetto anche la copia bronzea del «David» di piazzale Michelangelo.
I lavori sono diretti da Tommaso Muccini della Direzione Servizi Tecnici del Comune, con la sorveglianza della Soprintendenza (funzionaria Lia Brunori) e con il supporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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