Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliNegli ultimi quattro anni edifici di culto e campanili della città storica sono stati o verranno restaurati e messi in sicurezza grazie soprattutto a fondi pubblici affluiti al Patriarcato di Venezia dal 2019 al 2023, fino ad oggi. Sono stati il Bonus facciate, i fondi dell’8xmille per l’edilizia di culto e quelli del Pnrr (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) per la sicurezza sismica a garantire gli interventi illustrati dal Patriarcato a Venezia in un incontro tenutosi a Palazzo Ducale.
In particolare con quelli del Pnrr (oltre 11 milioni di euro) saranno affrontati i problemi statici di quattro campanili veneziani. Partendo da quello di Santo Stefano, la «Torre di Pisa» di Venezia, che pende fino dalla sua costruzione. Ma interventi sono previsti anche su quelli di San Pietro di Castello, della Madonna dell’Orto e di San Martino a Burano. Sono comparse nuove fessurazioni che rendono ormai improrogabili gli interventi. In tutto un complesso di interventi che ha permesso di aprire ben 33 cantieri in più di una ventina di luoghi di culto, con un impegno di spesa complessivo di circa 25 milioni di euro.
Il quadro degli interventi, una boccata d’ossigeno per il sistema delle chiese veneziane (sempre più bisognose di manutenzioni e restauri), è stato illustrato dal vicario episcopale per gli affari economici della Curia monsignor Fabrizio Favaro, dal responsabile dell’Ufficio Chiese e Beni Culturali don Gianmatteo Caputo e dal professor Bruno Barel, procuratore di San Marco. Con loro era anche il soprintendente veneziano Fabrizio Magani, visto che tutto è stato eseguito sotto il suo controllo.
Il grosso degli interventi ha riguardato appunto le facciate, spesso ammalorate e con distacchi di pezzi di intonaco e elementi lapidei, grazie appunto al bonus facciate, finanziato solo al 10 per cento dalle parrocchie interessate: da quelle della Chiesa di Santa Maria del Rosario (o dei Gesuati) alla facciata est e al campanile di San Trovaso, alle facciate lapidee dagli intonaci della Chiesa di San Zulian e di Palazzo Bellavitis, alle tre facciate della Chiesa di San Geremia, una delle quali fortemente danneggiata dall’incendio doloso del 1997.
Gli interventi si sono estesi anche alla facciata est di Sant’Aponal, alla facciata monumentale di San Stae, al campanile della Chiesa di Sant’Andrea della Zirada. E ancora, alla facciata principale e laterale di San Silvestro, del campanile di San Moisè, della Facciata principale di San Giacomo, su cui si è intervenuti anche sull’impianto campane. Ampio l’intervento sulla Basilica della Salute, che ha riguardato le facciate esterne, il portone monumentale, quello laterale, i serramenti e ora anche il restauro della pavimentazione rotonda maggiore.
Tra i cantieri conclusi o in corso anche quello del restauro del campanile della Basilica di San Donato a Murano, del tetto in piombo di quella di Santa Maria Assunta a Torcello, della cupola e degli interni di Santa Maria Mater Domini, di impianti e interni di Santa Maria Elisabetta al Lido e di Sant’Alvise. Incluse anche le facciate di due chiese di Mestre come San Girolamo e San Gervasio e Protasio a Carpenedo. A margine, il soprintendente Magani ha annunciato anche una rivisitazione della Carta del Restauro di Venezia, del 1984. «Sono passati sessant’anni dalla redazione della Carta di Venezia per il restauro e la conservazione dei monumenti, ha spiegato, che ha costituito un punto di riferimento fondamentale per la metodologia di lavoro. Ma ora è arrivato il momento di fare il punto e di confrontarci per capire come, anche in questa città, la filosofia di intervento possa essere adeguata ai cambiamenti nel frattempo intervenuti. Lo faremo insieme a Iuav, in una due giorni con esperti e tecnici del settore, il 23 e 24 maggio prossimi».
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