Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl nuovo Centro di conservazione del Louvre, che negli ultimi anni ha sollevato tante polemiche tra gli stessi conservatori del museo, è stato inaugurato lo scorso 8 ottobre. Circa 250mila opere saranno trasferite da Parigi verso il nuovo moderno edificio nel Nord della Francia, a un’ora di treno dalla capitale e a poca distanza dalla sede del Louvre-Lens.
L’operazione, molto delicata data la fragilità di alcune opere, richiederà cinque anni. Il direttore del Centro, Brice Mathieu, ne ha parlato come del «più grande movimento di opere dalla seconda guerra mondiale, quando il Louvre trasferì le sue collezioni per far fronte alla minaccia d’invasione tedesca». Il fatto che l’edificio sia pronto e che il trasferimento prenda il via non ha però spento le polemiche.
Oggi le opere dei depositi del Louvre sono sparse in più di 60 siti. Alcuni locali nel sottosuolo del museo sono a rischio esondazione e a ogni grande piena della Senna, come è successo per le alluvioni del 2016 e del 2018, viene lanciato un dispositivo ben rodato di evacuazione delle opere, che vengono trasferite ai piani superiori comportando però la chiusura al pubblico di certe sale.
Per mettere definitivamente al sicuro le opere del museo, il progetto di decentralizzazione a Liévin, con la creazione di un unico deposito bunker, fortemente appoggiato dal direttore del Louvre Jean-Luc Martinez, fu dunque lanciato nel 2013. Budget totale: 60 milioni di euro, finanziati dal Louvre (34,5 milioni) con il contributo dell’Ue (18 milioni), della Regione (5 milioni) e del Ministero francese della Cultura (2,5 milioni).
Si sono invece mostrati contrari al progetto alcuni conservatori che hanno anche lanciato petizioni contro il trasferimento delle opere da Parigi. Denunciavano il costo ai loro occhi sproporzionato dell’operazione, il rischio di danneggiamento durante il trasporto e le difficoltà che incontreranno per effettuare il lavoro quotidiano, data la distanza tra Parigi e i nuovi locali.
La loro protesta non ha frenato il progetto. Il nuovo edificio, un blocco sobrio di cemento di 18.500 metri quadrati, di cui 9.600 allestiti a magazzino, incastonato dentro il paesaggio e ricoperto da un tetto vegetale, è stato progettato dallo studio di architetti londinese Rogers Stirk Harbour + Partners. Il magazzino, organizzato in otto settori, si articola intorno a un corridoio centrale, detto il «boulevard des œuvres».
Le prime opere che lasceranno Parigi per Liévin sono proprio quelle dei settori del museo a rischio esondazione. Il Centro è nato anche come luogo di ricerca, con 1.700 metri quadrati dedicati a sale per lo studio e agli atelier di restauro. La nuova «cassaforte» del Louvre potrà anche essere usata come «rifugio» per le opere d’arte evacuate dalle zone di conflitto, su richiesta dei Paesi stranieri.
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