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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliIl 24 novembre festeggia un anno EDIT-Eat Drink Innovate Together, un luogo polifunzionale unico al mondo inventato dal collezionista e banchiere Marco Brignone. È uno spazio articolato su due piani, per un totale di 2.400 metri quadrati dedicati alla condivisione e alla produzione e al consumo di cibo e bevande. Suddiviso in cinque aree principali, coordinate da un’unica gestione, è composto da Bakery Cafè, Brewery, Pub, al piano di sotto, e da Cocktail Bar, Restaurant (guidato dagli chef stellati Costardi Bros) e Kitchens (quattro cucine professionali più una sala adibita a showcooking) al piano di sopra.
EDIT collabora inoltre con Artissima, per la quale ha ideato il The EDIT Dinner Prize. L’artista vincitore, selezionato tra quelli esposti in fiera, sarà premiato con un riconoscimento in denaro e con la possibilità di produrre una cena artistica negli spazi di EDIT durante la prossima edizione della fiera. Intanto, a lanciare il premio in questa edizione, è una cena realizzata da Massimo Bartolini con i Costardi Bros il 2 e 3 novembre. Di tutto questo parla il vulcanico Marco Brignone, neo ottantenne e neo imprenditore.
Com’è nata la collaborazione tra EDIT e Artissima?
Già lo scorso anno è iniziata la collaborazione con una mostra di Mondino negli spazi di EDIT e un aperitivo con vip e collezionisti. Artissima è la più importante fiera d’arte in Italia e Torino è la capitale del gusto. Due forze che collaborano per confermare l’importanza di tutto il territorio.
Come si sviluppa l’interazione tra arte e cibo?
Da sempre c’è un legame tra arte e cibo. Sia nelle pitture che nei movimenti non pittorici. Faccio un esempio per tutti: io nel 1965 sono stato attore in uno dei numerosi eventi che Mario Merz organizzava per le sue opere in un ristorante di Torino per esprimere la sua visione sui numeri di Fibonacci che usava spessissimo. Un intero ristorante con tanto di cena e con i tavoli e gli avventori disposti come su una tela. L’opera oggi è a Rivoli, più di così...
Quali caratteristiche dovrà avere l’opera del vincitore dell’EDIT Prize?
Nessuna caratteristica particolare. Dovrà essere innovativa e piacevole. Vediamo poi come l’artista se la caverà con i fornelli. Il format sarà lo stesso di quest’anno.
Com’è nato il Polo Gastronomico Edit, c’è una filosofia alle sue spalle?
Con EDIT si è voluto unire due tendenze che sono esplose negli ultimi anni, la sharing economy e il coworking, nel settore del Food and Beverage. Si può venire a bere una delle nostre birre o quelle che ospitiamo e si può anche fare la propria birra con i nostri impianti e, se apprezzata dal pubblico, diventare un imprenditore. Stessa cosa nelle cucine. Puoi semplicemente mangiare o diventare un cuoco provetto, tutto insieme in uno stesso locale; è un format che attualmente non esiste. Noi ci proviamo.
Quali sono le caratteristiche dello spazio?
I progettisti, trovati e conosciuti su internet, hanno fatto un ottimo lavoro distaccandosi dai consueti moduli «torinesi» e facendoti sentire nel mondo. I loft recentemente inaugurati saranno affittati a breve per dare la possibilità ai visitatori di completare un soggiorno culinario di alto livello, come Torino merita.
Perché in Barriera di Milano?
Barriera di Milano è la Circoscrizione di Torino che ha avuto negli ultimi 10 anni più attenzione da parte del Comune. È stata riqualificata molto bene. Io la frequentavo ogni tanto, in quanto amico di artisti e galleristi che nel frattempo si erano trasferiti qui. Mi hanno proposto la manica ovest dell’ex Incet e senza sapere cosa farne, ma affascinato dalla struttura industriale della fine dell’Ottocento mi sono avventurato in questa impresa, nonostante la crisi immobiliare, che purtroppo esiste ancora. Ma Torino, la mia città, è troppo bella per non crescere e meritarsi di più. Think positive!
Quanto è importante per Torino e per il Piemonte puntare sull’enogastronomia e quali sviluppi vede in questo settore?
Torino e il Piemonte saranno sempre più al centro dell’attenzione turistico gastronomica. Sempre più la gastronomia inventerà formule innovative. Solo nell’ultimo anno la Nuvola di Lavazza, Cannavacciuolo e Baronetto al ristorante Del Cambio hanno iniziato la loro avventura torinese. Con EDIT quattro botti in un anno! E senza contare lo Snodo alle Ogr e il piano 35 di Intesa Sanpaolo. Tutte iniziative che attirano e soddisfano i sempre più numerosi stranieri e non. E nel 2019 avremo altre sorprese. Tutte all’insegna dell’innovazione e della condivisione. Il bancone attorno alla cucina di EDIT al ristorante al primo piano è forse l’icona più significativa della nuova esperienza gastronomica.

Marco Brignone
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