Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«La Galleria Estense è entrata nella vita dei modenesi», spiegava lo scorso febbraio Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi di Modena, Ferrara e Sassuolo, i cui visitatori erano in costante aumento fino allo scoppio della pandemia. Le Gallerie Estensi hanno sfruttato il lockdown per lavorare sul digitale, creando molte iniziative culturali a partire dalle visite guidate per le scuole, che in meno di due mesi hanno registrato centinaia di prenotazioni da tutta Italia.
La produzione digitale proseguirà anche dopo la riapertura, incrementando l’offerta del museo. Le Gallerie Estensi sono l’unico museo diffuso a statuto autonomo, nato seguendo il filo rosso della storia dinastica e collezionistica degli Este, una delle più longeve dinastie europee che nel 1598 lasciò Ferrara per stabilirsi a Modena.
L’istituzione comprende la Galleria Estense di Modena, con la collezione d’arte dei duchi d’Este; il Palazzo Ducale di Sassuolo, una delle più importanti dimore barocche del Nord Italia; la Biblioteca Estense Universitaria di Modena, che è anche istituto di ricerca; il Museo Lapidario di Modena, che documenta la storia della città dalla fondazione romana alla modernità, e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, con una vasta collezione di arte sacra ferrarese a Palazzo dei Diamanti, dimora storica degli Este.
«Nel mio primo mandato (2015-19), spiega Martina Bagnoli, sono state gettate le basi per recuperare il gap che separava le Gallerie da molti altri grandi musei nazionali. In quattro anni abbiamo incrementato i visitatori dagli 81mila del 2015 ai 130mila nel 2019 (+164% a Modena, + 56% a Ferrara) e gli introiti di circa il 95%. Oggi operiamo in totale autonomia, gestendo biglietterie e bookshop in-house. Anche le mostre sono ideate dallo staff interno. Abbiamo creato e promosso il nostro brand attraverso una comunicazione continua e capillare sui social, riallestito 20 sale, organizzato 19 mostre e creato 150 eventi culturali.
Abbiamo realizzato una nuova illuminazione, climatizzazione, riqualificazione dei depositi e impianti di sicurezza, restaurato e catalogato vari nuclei collezionistici (matrici, medaglie, monete), completato la catalogazione dei libri antichi della Biblioteca Estense di Modena e creato Estense Digital Library, una piattaforma libraria per la visualizzazione di circa 7mila opere, pagina per pagina».
Dal 12 settembre al 10 gennaio la Galleria Estense di Modena ospita la mostra «L’impronta del reale. William Henry Fox Talbot. Alle origini della fotografia», mentre a Ferrara sono in programma tre mostre-dossier curate dagli studenti di Storia dell’arte dell’Università di Ferrara guidati dalla docente Francesca Cappelletti e dedicate ciascuna a un’opera: «Ritratto di portarolo» di Giacomo Ceruti detto il Pitochetto (1698-1767; questa mostra ha aperto il 10 luglio e sarà visibile sino al 4 ottobre); «Noli me tangere» di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591-1666), dipinto proveniente dalla Galleria Corsini (aprirà da ottobre a gennaio) e «Venere, Amore e Marte» di Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588).
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Martina Bagnoli
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Una veduta del Museo Lapidario
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