Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoli«To Where the Flowers Are Blooming (Dove sbocciano i fiori)». Così s’intitola l’ultimo capitolo di Atti umani, romanzo della sudcoreana Han Kang pubblicato nel 2014 e uscito in Italia per Adelphi nel 2017. Narra il dramma della rivolta popolare di Gwangju (Corea del Sud) del 18 maggio del 1980, in seguito al colpo di stato di Chun Doo-hwan. Una rivolta soffocata nel sangue attraverso un massacro che costò 160 morti e 5mila feriti.
A ricordare quella data è il Movimento di Democratizzazione del 18 maggio, la cui eco giunge anche a Venezia grazie alla Gwangju Biennale Foundation e alla Città di Gwangju, che dal 20 aprile organizzano un’esposizione intitolata «To Where the Flowers Are Blooming» nello Spazio Berlendis, ex falegnameria di un antico cantiere navale. La mostra esplora il desiderio delle comunità di elevarsi al di sopra dell’angoscia e della tragedia storica per procedere verso un mondo migliore.
Curata dal dipartimento espositivo della Gwangju Biennale Foundation, la mostra include 11 artisti ed è suddivisa in tre sezioni. La prima, d’archivio, delinea il movimento di democratizzazione denominato dai coreani 5.18 e la storia della democrazia in Corea; la seconda esamina la storia, i ricordi, i traumi e il patrimonio spirituale della città. La terza riflette sul movimento di democratizzazione a Gwangju e sull’attivismo dei giorni nostri. Per la Corea e l’Asia in generale, il 5.18 non è un incidente del passato ma un evento ancora in corso, cui si lega una visione per un futuro giusto in cui è possibile intervenire in qualsiasi momento.
Tra gli artisti in mostra Bae Young-hwan presenta «Pop Song: March for the Beloved, ver.2», un’installazione video che incorpora blocchi di pavimentazione inscritti con i testi di «March for the Beloved», spesso cantata durante le proteste per la democratizzazione. «Forgetting Machines» di Noh Suntag cattura invece i ritratti sbiaditi del cimitero Mangwol-dong, dove sono sepolte le vittime della rivolta. «The Politics of Memory» di Jin Meyerson collega l’immagine di una folla a una piazza di Gwangju per rappresentare l’energia di una comunità solidale per una vita migliore.
Parallelamente alla mostra, l’Istituto Culturale Coreano in Italia ha organizzato un programma educativo che include un incontro con la scrittrice Han Kang sulla cultura e la storia coreana. Gli studenti che partecipano al programma potranno presentare lo spirito di Gwangju ai visitatori della mostra attraverso il loro punto di vista.
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