Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliFanzolo di Vedelago (Tv). Venduta perché non costituisce un asset strategico. Sarà questo il destino di Villa Emo a Fanzolo di Vedelago (realizzata su progetto di Andrea Palladio tra il 1556 e il 1559 e internamente decorata dallo Zelotti), che ora passerà di mano a un magnate straniero. La notizia, diffusasi ieri nel pomeriggio, non giunge purtroppo inaspettata.
Il 9 gennaio scorso la Banca di Credito Trevigiano, proprietaria dal 2004 del bene, aveva annunciato con un comunicato stampa che sul tavolo del Consiglio di amministrazione dell’istituto era pervenuta un’offerta d’ acquisto. «Tale offerta, recitava la nota, proveniente da un privato, ha per oggetto il solo edificio storico della Villa e non gli adiacenti cespiti, attualmente occupati dal Credito Trevigiano. […] Il potenziale acquirente, appassionato del Palladio, ha manifestato la volontà di riportare la Villa al suo originario splendore prevedendo, oltre all’investimento diretto, anche un ulteriore, cospicuo investimento per alcune opere di ristrutturazione e restauro della Villa, inserita dall'Unesco nella lista dei Patrimoni dell'Umanità nel 1996».
Da allora polemiche, supposizioni su soluzioni alternative, raccolte di firme per scongiurare il pericolo si sono alternate per settimane mentre la direzione dello stesso istituto bancario fino all’ultimo ha negato vi fosse un’effettiva volontà di vendita. Ieri la conferma: il Consiglio d’amministrazione dell’ente ha deliberato di accettare l’offerta (l’unica pervenuta). Ignoti ovviamente per ora valore della trattativa e identità dell’acquirente anche se fonti non confermate propenderebbero per un facoltoso uomo d’origine europea.
Dopo l’acquisto dal suo ultimo erede per oltre 15 milioni di euro, l’ente di credito, nel luglio 2005, aveva costituito un’apposita fondazione per il bene destinandovi 325mila euro annui. Un finanziamento interrotto con il commissariamento dell’ente da parte di Bankitalia, nel 2014, e non ripristinato dopo il rientro dell’emergenza.
La villa aveva dovuto così provvedere da sola al suo sostentamento: circa 250mila euro annui derivanti da bigliettazione delle visite, affitto per eventi e matrimoni. Una cifra non sufficiente soprattutto per la gestione straordinaria tanto che nell’ottobre 2018 l’ex presidente della Fondazione Villa Emo, Armando Cremasco, aveva scelto di dimettersi. Il suo successore, Giuseppe Romano, da noi contattato, ci aveva confermato il bilancio in passivo degli anni precedenti pur però registrando una piccola svolta in attivo per il 2019.
Quale sarà ora la destinazione d’uso del bene (si ricorda infatti che l’acquisto interessa il solo edificio storico)? Quali le condizioni di accesso e fruizione anche da parte del pubblico generico e di cittadini (auspicando che la villa rimanga visitabile) in rapporto anche con il parco circostante, elemento inscindibile del disegno palladiano? Quali saranno le priorità d’azione su un immobile che necessita, per la decorazione pittorica in primis, puntuali e repentini interventi? Intanto il comunicato stampa ufficiale avverte che si procederà alla chiusura della transazione entro l’anno 2019.
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