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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliCon l’iniziativa «Capolavori delle Marche restaurati dopo il sisma 2016-2017» il ramo marchigiano dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani - Anci, presieduto dal sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, e il Pio Sodalizio dei Piceni (presidente Giovanni Castellucci) con un fondo di 200mila euro hanno restaurato 51 opere dal ’400 al ’700 provenienti da 17 Comuni del cratere scelte con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (tra gli autori Jacobello del Fiore, Vittore Crivelli, Cola dell’Amatrice, il Cavalier d’Arpino e Ludovico Cardi detto il Cigoli).
I lavori, affidati a restauratori marchigiani (l’Università di Camerino cura la diagnostica), devono terminare entro questo mese; seguirà una mostra che si terrà da ottobre a febbraio 2020 nel Palazzo del Duca a Senigallia e da marzo a giugno 2020 nei Musei di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio a Roma.
Successivamente le opere (tavole, tele e sculture) andranno in depositi in via di individuazione. L’operazione ha suscitato critiche, in particolare da parte dell’architetto di San Severino Marche Luca Maria Cristini che ha contestato soprattutto il fatto che vengano esposte lontano dalle zone terremotate. «Tutte le opere vengono dal centro del cratere, replica il curatore della mostra Stefano Papetti. Alcune delle sedi non hanno subito crolli ma sono comunque danneggiate. Dove esporle con i giusti criteri di tutela nel cratere? Il centro di Camerino, per fare un esempio, è ancora tutto chiuso».

«Lucia trascinata al lupanare con i buoi», di Jacobello del Fiore (particolare)
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