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Particolare dello stand della galleria Mancaspazio di Nuoro con opere di Maria Lai e Emilia Palomba

Cortesia di Mancaspazio

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Particolare dello stand della galleria Mancaspazio di Nuoro con opere di Maria Lai e Emilia Palomba

Cortesia di Mancaspazio

A Flashback vincono moderno e contemporaneo

La fiera, che riunisce opere di diversi momenti storici, chiude i battenti in un clima di generale ammirazione anche se per qualcuno gli acquirenti sono stati più cauti e meno interessati all’arte antica

Monica Trigona

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«Accademia di nudo virile effigiato di schiena, semi accosciato su un masso» di Ubaldo Gandolfi. Cortesia di FG Fine Art

Una quarantina di gallerie italiane e straniere ha concluso anche quest’anno la propria esperienza all’interno del Padiglione B del complesso di Flashback Habitat. Flashback Art fair (dal 31 ottobre al 3 novembre) si è chiusa in un clima di generale soddisfazione, tra nuovi e vecchi espositori che dichiarano una presenza costante di pubblico interessato ma anche più riflessivo e cauto negli acquisti. Teoria che è avvalorata da DYS44 Lampronti Gallery di Londra, specializzata in dipinti di grandi maestri italiani del XVII e XVIII secolo, dove il grande afflusso di persone è stato enfatizzato dall’ammirazione per il Battistello Caracciolo, «Salomé con la testa del Battista», e per le due vedute del Bellotto presenti nello spazio espositivo dove non passavano sicuramente inosservati anche due grandi quadri del tedesco Jakob Philipp Hackert: l’olio su tela «Il porto di Salerno visto da Vietri con il Castello di Arechi sullo sfondo» e «Il golfo di Pozzuoli», magnifica tempera applicata su tela proposto a 700mila euro. La Galleria Del Ponte, con uno spazio in cui emergevano alcuni lavori di Carol Rama, ha registrato la vendita di un piccolo lavoro di Riccardo Cordero degli anni ’70 (range dai 5 ai 6mila euro), una tela di Pinot Gallizio e una scultura di Marina Sasso. Da Atipografia, che tratta arte contemporanea ad Arzignano (Vi) e partecipa per la seconda volta a Flashback, hanno dichiarato che «le vendite ci sono state: diversi lavori di Diego Soldà, artista che stratifica veli di colore poi rivelati attraverso modalità differenti, con prezzi compresi in un range tra 2800 e 7500 euro». Umberto Benappi, dell’omonima galleria torinese ha notato la presenza di un pubblico più internazionale, complice l’offerta ricca ed eterogenea del fine settimana. Nel suo spazio si è conclusa la vendita, per 70mila euro, di una grande tecnica mista di Giuseppe Gallo del 2006, autore appartenente alla cosiddetta Nuova Scuola Romana o Scuola di San Lorenzo. Anche il bel trittico fotografico di Paolo Pellegrin, «Aosta», è stato portato via per 30mila euro così come una scultura recentissima di Frédérique Nalbandian per 3500 euro, tra i protagonisti in questi giorni di una mostra a Palazzo Madama.

«Senza titolo 95» di Arcangelo Sassolino presentato nello stand della Galleria dello Scudo

Ottimi risultai per la galleria Mancaspazio di Nuoro, alla sua prima partecipazione in fiera dove ha presentato una doppia personale delle due artiste sarde Maria Lai e Emilia Palomba, quest’ultima di 10 anni più giovane della Lai ma che in lei trovò grande sostegno e affinità. Due sculture in ceramica della Lai sono passate di mano a 10mila e 12mila euro mentre 5 plastiche di Palomba sono state vendute con cifre dai 4mila ai 4500 euro. Con un’esposizione in cui spiccavano Arcangelo Sassolino ed Emilio Vedova, anche la Galleria dello Scudo di Verona può ritenersi soddisfatta. Filippo Di Carlo ha così spiegato la sua scelta per l’allestimento: «Abbiamo portato bellissimi tondi di Vedova della serie “Tondi e Oltre”, con range di prezzo tra 30 e 70mila euro, posizionati con un parallelismo che crea equilibrio tra le parti, che dialogano con la grande opera in cemento, della medesima forma, di Sassolino, proprio difronte». La galleria ha ceduto «Senza titolo 95» di Sassolino a 68mila euro a una fondazione italiana. Inoltre, è passata di mano un’opera di Toti Scialoja e ci sono trattative in corso per un Vedova e un Afro. Da FG Fine Art, che ha sede a Londra, tra le altre opere, si segnalano due interessanti studi accademici di Ubaldo Gandolfi, la cui richiesta era sotto i 100mila euro per la coppia, e di Matteo Cesa due preziose tavole, «Presentazione di Gesù al tempio» e «Assunzione della Vergine» proposte per 75mila euro a coppia. Le opere sono da ricondursi ad uno stesso polittico proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Sargnano. «Lo spazio è stato parecchio visitato e qualche trattativa è attualmente in corso», ha confidato Flavio Gianassi, proprietario della galleria.

«La vittoria di Costantino» Cavalier d’Arpino proposta nello stand della Galleria Canesso

Molto affollata l’area condivisa da Bottegantica e Carlo Orsi. La prima ha ceduto una tela di Pellizza da Volpedo e «La sezione d’oro. Paesaggio femminile di un’attrice (Carmen Boni)» di Enrico Prampolini, di cui si potevano ammirare anche altre composizioni nello spazio. Proprio da Bottegantica hanno rilevato molto interesse per il Futurismo, nello specifico per Balla e Prampolini. Anche i tre deliziosi lavori di piccolo formato di Giovanni Boldini hanno riscosso grande consenso. «Nonostante sia sempre una bella occasione per avviare nuovi contatti, questa è una fiera più orientata sul moderno per cui il pubblico va in quella direzione», hanno rilevato da Carlo Orsi che esponeva, tra gli altri, un «Ritratto di Luigi Sanseverino, principe di Bisignano, in abiti da Cavaliere del Toson d’Oro» di Francesco Solimena e un intenso «Autoritratto» di Fra Galgario. Alla Galleria Gracis hanno registrato una buona affluenza di visitatori con un livello culturale medio-alto. Venduti un lavoro di Giuseppe Capogrossi da 40mila euro e un piccolo Ugo Celada da Virgilio. Rino Costa, fondatore della galleria Lara e Rino Costa di Valenza, che ha partecipato per la prima volta, nonostante il furto di un elemento appartenente a un’opera di Pier Paolo Calzolari la sera dell’inaugurazione, non ha dubbi: «L’affluenza c’è stata, eccome, e il pubblico era ben preparato». Tra le opere vendute, una scultura recente dell’artista iraniana Saba Masoumian per 5mila euro, un piccolo Giuseppe Maraniello per 4500 e una teca di Amanda Chiarucci per 5mila. Lo spazio di Botticelli Antichità accoglieva diverse sculture antiche, rinascimentali e precedenti, due delle quali sono passate di mano con un range compreso tra 20 e 50mila euro: una è un marmo che rappresenta un delfino (metà del XVII secolo) di autore appartenente alla cerchia di Andrea di Michelangelo Ferrucci, l’altra un legno policromo intagliato, «Santo Vescovo» (prima metà del XIV secolo) di uno scultore prossimo al Maestro della Santa Caterina Gualino. Dalla galleria hanno notato un calo di vendite rispetto all’anno scorso. Anche alla Galleria Russo si è registrata una ricca affluenza ma non necessariamente di persone interessate. Qua sono diverse le trattative in corso mentre un quadro di Carlo Carrà è stato già venduto. Tra gli stand più spettacolari sicuramente emerge quello della Galleria Canesso, con sedi a Parigi e Milano. Un’enorme tela chiaroscura del Cavalier d’Arpino, «La vittoria di Costantino», proposta alla cifra di 1.300.000 euro, occupava un’intera saletta catalizzando l’attenzione di tutti i passanti. Anche l’olio di Giacomo Liegi, «La dispensa», la cui richiesta era di 450mila euro, ha destato molta ammirazione.Infine, una nota sul pezzo forse più fotografato in fiera: una meravigliosa scrivania di Pietro Piffetti che spiccava nello stand di Benappi Fine Art. La richiesta? Tra i 300 e i 500mila euro.

 

Monica Trigona, 04 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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