Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Redazione
Leggi i suoi articoliLa collezionista belga Annick Herbert scomparsa il 28 agosto all’età di 85 anni. Con il marito Anton, deceduto nel 2021, aveva dato vita nel 2008 alla fondazione che porta il loro nome, aperta al pubblico nel giugno 2013 a Gand.
Da quando, nel 1973, avevano iniziato ad acquistare (dopo la scoperta, folgorante, dell’arte contemporanea nel 1972, alla Documenta 5 di Kassel, diretta da Harald Szeemann), Annick e Anton Herbert hanno raccolto opere di Arte minimalista, concettuale e povera. Una quarantina gli artisti rappresentati: John Baldessari, Daniel Buren, Marcel Broodthaers, Jean-Marc Bustamante, Mike Kelley, Martin Kippenberger, Sol LeWitt, Bruce Nauman, Gerhard Richter, Thomas Schütte, Jan Vercruysse e Franz West, tra gli altri. La collezione s’interrompe con la caduta del Muro di Berlino, nel 1989.
Per anni la coppia pensa di creare uno spazio in cui presentare la collezione al pubblico e nel giugno 2013 apre i battenti a Gand la Herbert Foundation: «Un luogo di incontro con gli artisti della nostra generazione», in cui la collezione e gli archivi fossero la base della ricerca sugli sviluppi artistici degli anni ’60, ’70 e ’80. «La Herbert Foundation vuole offrire agli interessati, sia belgi che stranieri, la possibilità di stabilire un collegamento tra quel periodo e il presente», era il loro auspicio.
Oggi la Herbert Foundation continua a essere attiva come centro espositivo e di conoscenza. Per ottobre è annunciata una mostra di Lawrence Weiner, uno degli artisti seguiti dagli Herbert, scomparso pochi giorni prima di Anton nel dicembre 2021.
Altri articoli dell'autore
Un racconto dell’arte dal dopoguerra al presente tra grandi nomi italiani e voci internazionali
I primi fermi eseguiti in mezza Italia nascono dalla frode ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore denunciata lo scorso anno
La retrospettiva dedicata all'artista invita il pubblico a muoversi tra le navate del museo, per l'occasione uno spazio in continua metamorfosi che sembra sfumare la propria identità in favore di un'inedita esperienza di mostra
I posti sono ripartiti in due distinte figure professionali: 1.500 «Assistenti per la tutela, accoglienza e vigilanza per il patrimonio e i servizi culturali»; 300 «Assistenti tecnici per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale»



