Alessandra Ruffino
Leggi i suoi articoliNell’autunno della Gam - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino arriva la grande pittura dell’Ottocento, con «Hayez. L’officina del pittore romantico» fino al 1 aprile, originale percorso che intreccia arte, storia e politica presentando un centinaio di dipinti e disegni di Francesco Hayez (Venezia
1791 - Milano 1882), protagonista del Romanticismo internazionale, ritrattista straordinario e illustre interprete delle aspirazioni risorgimentali. «Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. L’Italia risorgimentale si è riconosciuta nel suo linguaggio, che ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, anche attraverso una dimensione civile che attualizza la storia. La novità di questa mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, che ci consentono di ricostruire e di comprendere il suo procedimento creativo, introducendoci nel suo atelier», spiegano dal museo.
Curata da Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Brera (dove Hayez insegnò pittura per 40 anni), la mostra ne ripercorre in dieci sezioni la carriera, dagli anni della formazione tra Venezia e Roma (dove fu amico e protetto di Canova) alla prima affermazione a Milano, alla maturità che lo vide tra gli artisti più acclamati del suo tempo. Insieme a molte opere poco (o mai) viste, alcune molto note, come «La Meditazione» e l’«Accusa segreta». Ai disegni per la «Sete dei Crociati», l’opera più ambiziosa eseguita dal pittore tra 1833 e 1850 per il Palazzo Reale di Torino, dove tuttora si trova, è dedicato un focus specifico. Il diretto confronto tra i dipinti e i disegni di Hayez, proposto per la prima volta alla Gam, mette in luce tecniche e segreti dell’atelier e processi creativi del maestro.
Le «foglie di marmo» di Caravaggio con i dipinti di Tocca e i video di Forti
Per gli appassionati di arte contemporanea tre proposte a cura di Elena Volpato. Nella Wunderkammer i dipinti di Michele Tocca (Subiaco, 1983), fino al 5 novembre, dimostrano la piena continuità con il lungo corso della storia dell’arte. Il titolo della mostra, «Re- poussoir», indica tradizionalmente un elemento in primo piano che rimanda in profondità, guidando lo sguardo verso il fulcro di un di- pinto. «Gianni Caravaggio. Per analogiam» (fino al 17 marzo) presenta un corpus di opere realizzate dal 1995 a oggi, cinque delle quali prodotte per l’occasione.
Una di esse, «Quando nessuno mi vede», una foglia di marmo nero collocata nel giardino del museo, va in risonanza con «Alla luce del sole», scultura in marmo verde allestita negli spazi interni, in uno studiato gioco di corrispondenze e relazioni. Intessuto di rimandi ed evocazioni, il lavoro di Caravaggio si ispira al pensiero analogico trovando la memoria dell’infinito nel finito e nella più piccola realtà la presenza di quanto ci eccede. Negli spazi della Videoteca trova ospitalità fino al 25 febbraio un’esposizione che pone in dialogo due opere di Simone Forti (Firenze, 1935) acquistate dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT presso la Galleria Raffaella Cortese nelle edizioni 2019 e 2022 di Artissima. Nota per la sua ricerca volta a indagare le possibilità espressive del corpo al confine tra danza e performance, la Forti è una delle artiste più influenti della scena artistica mondiale. In mostra due opere storiche dell’inizio degli anni Settanta: «Bottom», un video del 1973 elaborato fin dal 1968 dopo un viaggio americano coast to coast, e «Illuminations» (1972), serie di quattro disegni su pergamena nati dalla meditazione intorno alla matrice circolare sottesa alla formazione dei numeri arabi e della stella di David.
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