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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliPalazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia, fino al 2025 sarà interessato da una complessa campagna di restauri. Iniziati nel marzo scorso, gli interventi comprenderanno il restauro del tetto, delle facciate laterali e del cortile, nonché la manutenzione conservativa della facciata principale del palazzo.
Da luglio l’Ambasciata di Francia ha ideato un progetto di valorizzazione del cantiere chiamando artisti a intervenire direttamente sull’architettura del palazzo, o a creare opere a esso ispirate. È il caso del «Ponte Farnese» in cartone di Olivier Grossetête, che in luglio ha sorvolato il fiume Tevere sospeso a palloni aerostatici ricreando idealmente l’incompiuto progetto michelangiolesco di un ponte che avrebbe dovuto unire Palazzo Farnese a Villa Farnese. L’opera di Grossetête era effimera, mentre è ancora visibile sulla facciata di Palazzo Farnese il monumentale intervento di JR, «Punto di Fuga», che squarcia illusionisticamente l’edificio.
Venerdì 22 ottobre è stata presentata la nuova operazione artistica che, nelle parole dell’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, fa sì che il Palazzo «rimanga “aperto per lavori” per tutta la durata del restauro». Si tratta di «Cippo 2.0» di JonOne, street artist e pittore di origine dominicana, al secolo John Andrew Perello, nato a New York nel 1963. Per realizzare l’opera, JonOne ha tratto ispirazione da un cippo datato 55 a.C., rinvenuto in occasione di scavi effettuati nel XX secolo nei sotterranei del palazzo. Sul cippo è presente un’iscrizione che ricorda i nomi di due magistrati censori: Publio Servilio Isaurico e Marco Valerio Messalla.
JonOne ha riportato l’antica iscrizione sui pannelli in legno che cingono il cantiere di restauro del cortile di Palazzo Farnese, fondendo graffitismo, espressionismo astratto e uso performativo del colore. In occasione del disvelamento dell’opera abbiamo incontrato l’artista e gli abbiamo chiesto del suo rapporto con la città di Roma e con l’antico.
«Questa non è la mia prima occasione espositiva in Italia, conosco Roma e nel 2018 vi ho tenuto una personale a Palazzo Velli. A Roma non percepisco solo l’espressione dell’arte del passato, la vivo come città moderna, soprattutto sento l’energia delle nuove generazioni. Mi interessa molto la connessione tra antico e contemporaneo. Il mio lavoro spesso dialoga con l’arte del passato.
Nel 2015, ad esempio, ho realizza un’opera “Liberté, Egalité, Fraternité” per il Palais Bourbon di Parigi, sede dell’Assemblée nationale, ispirata al quadro di Eugène Delacroix “La liberta che guida il popolo”. Per me è stato fondamentale il rapporto con il grande antiquario francese Jean Gismondi, che esponeva i miei lavori accanto a sculture antiche, mobili d’antiquariato, dipinti del XVIII secolo. Diceva che per far avvicinare le nuove generazioni all’arte antica, non c’è modo migliore che accostare a essa l’arte contemporanea.
Da lui ho imparato molto, ho esercitato il mio occhio e mi sono aperto a questo mondo che prima non conoscevo. Soprattutto ho imparato che il passato va conosciuto e rispettato. Quando ho visto il cippo nei sotterranei del Palazzo, ho avvertito una relazione con il mio lavoro, un rapporto basato sul linguaggio e sulla scrittura. Mi ha fatto pensare alla vita vera, alla gente che attraversava queste strade. È stato un vero viaggio nel tempo».
L’opera di JonOne per il cortile di Palazzo Farnese sarà accessibile al pubblico in occasione della ripresa delle visite guidate del Palazzo a partire dal 20 novembre 2021.

Da sinistra, Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia, e JonOne davanti all'opera di quest'ultimo. © Ch Mantuano | Ambasciata di Francia
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