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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliArs Electronica, l’evento più longevo nel campo dell’arte elettronica e digitale, non viene cancellato né rinviato, ma si trasforma. Per la prima volta nella sua lunga storia non si celebrerà solo a Linz ma anche in altre 120 città del mondo, tra cui Milano. «Non vogliamo perdere l’occasione di organizzare il festival malgrado la situazione difficile e instabile, afferma Gerfried Stocker, direttore dell’evento e del centro culturale omonimo dal 1995.
Lo stiamo facendo perché molte persone in tutto il mondo si stanno chiedendo che cosa succederà e quale ruolo giocherà la tecnologia nella nostra vita quotidiana con il Covid-19», continua Stocker che, per articolare le proposte delle città invitate, ha scelto sei parole chiave: autonomia e democrazia, ecologia e tecnologia, umanità e incertezza.
Vista l’impossibilità di organizzare un evento che l’anno scorso ha attirato a Linz per 5 giorni 1.449 artisti e creativi e 110mila visitatori di 45 Paesi, per l’edizione 2020, dal 9 al 13 settembre, Ars Electronica propone un nuovo formato in cui Linz è l’epicentro di un festival diffuso in 120 città, tra cui Barcellona, Berlino, Tokyo, Los Angeles o Auckland, che trasmetteranno i loro programmi in streaming.
La formula si rifà a Home Delivery, un palinsesto online di conferenze, concerti, performance e visite guidate che durante il lockdown ha portato quotidianamente sul web, a domicilio, le attività del centro, riscuotendo un successo straordinario e planetario.
Tutte le città invitate saranno «giardini periferici» di un festival che a Linz avrà la sua sede principale nei Kepler’s Gardens (i giardini dell’Università Johannes Kepler), mentre i giardinieri incaricati della loro cura saranno gli artisti e le istituzioni (università, musei, gallerie, centri d’arte...) dedicate in ogni città alla creatività elettronica e digitale. Nella foto, «LightTank» di Uwe Rieger e Yinan Liu (arcsec Lab).

«LightTank» di Uwe Rieger e Yinan Liu (arcsec Lab). © St. Mary’s Cathedral; foto di Vog.photo
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