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Il villaggio di Hallstatt, patrimonio Unesco. © C. Stadler/Bwag

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Il villaggio di Hallstatt, patrimonio Unesco. © C. Stadler/Bwag

Bad Ischl-Salzkammergut: 180 progetti nel cuore montuoso dell’Austria

CAPITALI EUROPEE DELLA CULTURA 2024 | Sale, acqua e legno sono i tre elementi fondanti di un’identità culturale che vive di turismo e affronta le emergenze dell’iperturismo e dello spopolamento. Ma l’Austria riflette anche sull’eredità dell’Impero asburgico e del nazionalsocialismo

Flavia Foradini

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È una miriade di manifestazioni ed eventi quella che caratterizza le iniziative della Capitale europea della Cultura 2024. Il cartellone di «Bad Ischl Salzkammergut 2024» è del resto il risultato di un agglomerato di 23 Comuni situati in due Länder austriaci: la Stiria e l’Alta Austria. È insomma tutto il cuore montuoso del Paese a partecipare alla kermesse che si è voluta sospesa fra tradizione e futuro e con il precipuo intento di attuare percorsi di comunanza piuttosto che marcare differenze. Da qui il molto spazio concesso a progetti che indagano situazioni attuali e i loro potenziali per uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

Il tema è cruciale per un Paese come l’Austria, il cui Pil è determinato in cospicua misura da natura, arte e cultura, ma dove il tangibile cambiamento climatico rischia di far saltare equilibri secolari: ghiacciai in scioglimento, piste sempre meno innevate, laghi e fiumi con sempre meno acqua, siccità che secca i pascoli e le colture, città sempre più torride per lunghi periodi. Una situazione trasversale a molti Paesi, ma che per l’Austria potrebbe innescare declini drammatici e fatalmente nocivi sia all’ambiente, sia all’economia.

Forse anche per posizionarsi alla ribalta di questo 2024 che vede Capitali europee della Cultura anche la città estone di Tartu e quella norvegese di Bodø, l’asticella viene dunque posta ambiziosamente e arditamente molto in alto: «Siamo sicuri che il Salzkammergut possa diventare un modello per l’Europa unita, che deve riposizionarsi, per poter vincere le sfide del domani», dichiarano gli organizzatori. Le linee programmatiche sono quattro, e si declinano e si intrecciano in 180 progetti: «Potere e tradizione», con eventi che trovano humus fertile in una zona geografica assai marcata da fatti storici legati sia alla dinastia Asburgo, sia al nazionalsocialismo; «Cultura fluida» con particolare attenzione al tema acqua e alle sue declinazioni come oro del futuro; «L’arte del viaggio», volta a promuovere un turismo lento, responsabile e sviluppato anche al di fuori dei periodi canonici; «Glocal. Costruire il nuovo» per una prospettiva di sviluppo rispettosa e aperta.
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A livello di tradizione, la cittadina di Bad Ischl, cuore delle manifestazioni, si presenta come paradigmatica per il suo passato asburgico, visto che ospita uno dei luoghi più visitati della zona: la Kaiservilla, luogo di villeggiatura prediletto dall’imperatore Francesco Giuseppe, con la consorte Sissi, in cui il 28 luglio 1914 il sovrano firmò la dichiarazione di guerra alla Serbia, dando avvio alla Prima guerra mondiale ma anche alla disgregazione di un secolare conglomerato di popoli e culture al centro dell’Europa (tema illustrato fra l’altro da una mostra diffusa, che propone documenti anche inediti).

Profondissimamente ancorata nel passato e fortemente legata al presente e ai flussi culturali e turistici è anche Hallstatt, minuscola cittadina che grazie agli scavi archeologici tutt’attorno è iscritta negli annali storici come la culla dei Celti e che per la sua bellezza è un esempio sia di un insostenibile iperturismo sia di spopolamento. Schiacciata tra montagna e lago omonimo, subisce ogni anno cavalcate di turisti mordi e fuggi, mentre i giovani del luogo si trasferiscono altrove: il progetto «Abitare in extremis» indaga insieme alla popolazione e a esperti ciò che è e ciò che potrebbe essere. Altrettanto connaturata al Salzkammergut è la cultura del sale, sia dal punto di vista economico, come fattore di sviluppo nei secoli, sia da quello culturale e turistico. Ancor oggi le numerose miniere di salgemma sono un magnete per visitatori stranieri, ma quei chilometri di cunicoli sotterranei vennero scelti dai nazisti per mettere al riparo dai bombardamenti alleati migliaia di opere razziate in tutta Europa e destinate al Führermuseum di Linz, mai realizzato. Da qui numerose mostre e iniziative, in particolare al Lentos Kunstmuseum di Linz e nella cittadina di Lauffen, per tematizzare le razzie di Hitler, mentre il Kammerhofmuseum di Bad Aussee accende i riflettori su Wolfgang Gurlitt (cugino del più tristemente famoso Hildebrand Gurlitt), mercante e collezionista fortemente controverso quanto saldamente radicato nella regione.
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Come elementi costitutivi e simbolici della regione, i temi «sale», «acqua» e «legno» vengono indagati in svariate iniziative, fra l’altro alla Sudhaus di Bad Ischl da parte di una quindicina di artisti contemporanei che si sono confrontati con la loro valenza sia per la regione, sia per il futuro della collettività in generale, mentre un museo virtuale consentirà agli interessati di immergersi in 7mila anni di storia del sale. Come ulteriore tema culturale e turistico, la Capitale europea della Cultura propone inoltre un programma trasversale di musica, fra l’altro in varie chiese, e un concorso per brevi operette che si confrontano soprattutto con il passato nazista. Un gruppo di artisti in residence austriaci e stranieri è stato invitato invece a produrre progetti per la rivitalizzazione in forma artistica di 12 stazioni ferroviarie abbandonate.

Flavia Foradini, 11 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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