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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. Dopo il restauro, nel 2014, del Pulpito della Resurrezione di Donatello è giunto a compimento anche l’intervento che riguarda il Pulpito della Passione: entrambi i pulpiti, che si fronteggiano nella navata centrale della Basilica di San Lorenzo, sono opera della maturità dell’artista, che vi lavorò affiancato dagli allievi Bartolomeo Bellano e Bertoldo di Giovanni tra il ritorno da Padova (1453) e il 1466, anno della sua morte.
L’intervento, avviato nel 2010, è stato diretto da Maria Donata Mazzoni e affidato alla cura di Stefania Agnoletti, Annalena Brini, Sveta Gennai, Elisa Pucci, Chiara Valcepina per i rilievi bronzei, di Rita Chiara de Felice e Alberto Di Muccio per gli intagli lignei, oltre che di altri collaboratori.
Le diverse fasi, seguendo la prassi consolidata dell’Opificio delle Pietre Dure, hanno comportato una campagna diagnostica, col coinvolgimento, oltre che del laboratorio scientifico dell’Opificio stesso, anche del Cnr Ifac di Firenze, del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e della Fundació Bosch i Gimpera dell’Università di Barcellona (Spagna), con analisi qualitative dei materiali e un’ampia campagna radiografica di tutta la struttura metallica e lignea, per valutare i fenomeni di degrado che, proprio nel caso del Pulpito della Passione erano assai maggiori. Il pulpito presentava infatti problemi strutturali e uno stato assai disomogeneo di conservazione degli elementi in bronzo e degli intagli lignei, causati anche da interventi di restauro precedenti, particolarmente invasivi; il restauro odierno ha comunque permesso un maggior leggibilità dei rilievi e il recupero di piccole tracce di dorature.
Ai pulpiti di San Lorenzo saranno dedicate due giornate di studio il 15 e 16 giugno con studiosi di fama internazionale quali Francesco Caglioti e Marc Bormand, presso l’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze; saranno valutati così alcuni dati emersi, individuando meglio la mano dei collaboratori, molto presente.
Inoltre, dallo studio affidato a Stella Battaglia, esperta di prospettiva, è risultato che le scene dei rilievi erano concepite per una lettura più dal basso, ad altezza d’uomo, rispetto alla collocazione odierna: si ipotizza quindi che la destinazione delle scene non fosse quella attuale, nei pulpiti. Si ricorda che entrambi i pulpiti sono stati restaurati grazie ai finanziamenti messi a disposizione dal Mibact e dall’Opera Medicea Laurenziana con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
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Il Pulpito della Passione prima del restauro. Foto © Opd

Il Pulpito della Passione dopo il restauro. Foto © Opd
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