Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoliEra dagli anni ’90 che il pubblico non aveva accesso alla Casa della Gemma, una delle domus con affaccio sul mare del Parco Archeologico di Ercolano, dal 25 marzo visitabile per un massimo di 20 persone alla volta. La Casa prende il nome dal ritrovamento di una gemma con l’immagine di Livia, in mostra presso l’Antiquarium del Parco, erroneamente attribuita a questa casa e in realtà appartenente alla Casa di Granianus. Originariamente l’abitazione era parte integrante della Casa del Rilievo di Telefo, probabilmente di proprietà della famiglia di Marco Nonio Balbo, poi suddivisa in tre distinte residenze adiacenti tra cui appunto la Casa di Granianus.
Gli attuali lavori di restauro hanno interessato soprattutto la pavimentazione e i mosaici perché, come rivela il direttore del Parco, Francesco Sirano: «La situazione dell’atrio era in cattive condizioni e, dopo un primo intervento nel 2006 a opera dell’Herculaneum Conservation Project per dotarlo di una copertura, si è presentata con gli anni la necessità di un’altra azione, partita nel 2020 e terminata a novembre del 2021. La Casa della Gemma è di grande interesse perché fa parte della prima fila di case che guardano il mare e i proprietari dovevano essere tra le persone più facoltose di Ercolano. Si presenta inoltre con una complessa storia strutturale e fu luogo di frequentazione di persone vicine all’imperatore, come testimonia un’iscrizione irriverente eseguita da Apollinare medico dell’imperatore Tito. Il graffito è stato trovato nel bagno interno alla casa, in una latrina domestica, come ce ne sono a Ercolano, oltre 80, indicatore di un buono standard igienico cittadino».
Il Parco Archeologico di Ercolano è in continuo fermento, si lavora alla prossima apertura di altre domus, all’antica spiaggia, con i suoi 14mila metri quadrati che saranno finalmente calpestabili verso la fine del 2023, ai restauri lignei del decumano massimo e alle mostre. «Partiranno per gli Stati Uniti alcune gemme, continua Sirano, e il 27 settembre apriremo la mostra sui reperti lignei alla Reggia di Portici, per un’idea di museo diffuso in un luogo che è stato il primo a esporre reperti ercolanesi».
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