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Leggi i suoi articoliSarà il recordone per Magritte?
Nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita del Surrealismo, il record per questo dipinto di René Magritte potrebbe rappresentare il degno coronamento. «L’empire des lumières», olio su tela del 1954, conduce in un mondo misterioso dove la limpidezza del giorno e l’oscurità della notte si incontrano e coesistono. Parte della iconica serie di tele realizzate dall’artista su questo tema, si distingue per la presenza di un rivolo d’acqua lungo la via che provoca un raffinato gioco di luci e riflessi. Di spicco la provenienza, dalla collezione di Mica Ertegun, interior designer cosmopolita, mecenate e filantropa la cui raccolta d’arte verrà dispersa in una serie di aste da Christie’s, fra cui le prime a New York, il 19 e 20 novembre. Il Magritte ha una valutazione a richiesta, che aspira a una cifra superiore ai 95 milioni di dollari (86,9 milioni di euro circa). Per diventare l’opera più cara di Magritte non dovrebbe avere difficoltà a superare la versione del 1961, che da Sotheby’s, nel 2022, raggiunse 59,4 milioni di sterline (71,5 milioni di euro circa).
[Elena Correggia]
Il tardo Monet della magnate americana delle capigliature
Fondatrice, con il marito Arnold, di Matrix Essentials, colosso nel settore dei prodotti per i capelli e per la cosmesi, Sydell Miller è stata anche una grande collezionista. Dopo aver venduto la sua azienda ha costruito una straordinaria raccolta di arte e design dimostrando di amare i linguaggi espressivi nella loro eterogeneità. Nella prima tornata di aste «A Legacy of Beauty: The Collection of Sydell Miller», il 18 novembre da Sotheby’s a New York, uno dei lotti più attesi (il numero 8) è un quadro di ninfee realizzato in tarda età da Claude Monet con una tavolozza caleidoscopica magistralmente sfumata. L’opera, che misura 175x135,4 cm, segna i primi passi verso un modo di dipingere che prefigura l’astrazione e anticipa le tele monumentali conservate al Musée de l’Orangerie di Parigi. La stima si aggira intorno ai 60 milioni di dollari. Potrebbe perfino superare i 74 milioni di dollari realizzati da Christie’s il 9 novembre 2023 con un’altra composizione del maestro francese avente come soggetto gli iconici fiori d’acqua («Le bassin aux nymphéas»).
[Monica Trigona]
Il gioiellino di Ryman
Va all’asta il 19 novembre nella «Modern & Contemporary Art Evening Sale» di Phillips, a New York, un gioiellino di Robert Ryman che fa parte di una serie molto ricercata di dipinti dalle dimensioni davvero contenute (mediamente da 20x20 cm fino a 33x33cm) eseguiti nella prima metà degli anni Sessanta. Questo «Senza titolo» è datato 1963-64. L’artista americano è noto per aver dipinto solo opere bianche anche se in questa piccola tela si intravedono alcune pennellate marrone sullo sfondo, quasi del tutto cancellate dal candido impasto sovrapposto. Sono passati quasi 20 anni da quando Phillips nel maggio 2005 aggiudicò un lavoro simile, quella volta grande appena 18x18 cm, per 965mila dollari. Vedremo se per l’occasione sarà superata la soglia del milione!
[Giorgio Guglielmino]
Bagliori di vita sotto la neve
Come racconta Wim Wenders nel suo film «Perfect Days» (2024), in Giappone i distributori automatici sono parte della vita quotidiana delle persone. Si trovano sparsi ovunque e vendono gli oggetti più disparati. Si ritiene che ce ne sia uno ogni 25 persone circa. Il fotografo Eiji Ohashi (nato a Wakkanai nel 1955) ha trascorso anni a fotografare la luce abbagliante di queste macchine, riferimento nella notte nei paesaggi più disparati. Ha iniziato questo lavoro nel 2008. Per l’artista, rappresentano una guida luminosa e un esempio contemporaneo di sopravvivenza in qualsiasi condizione climatica. Un’immagine potente e magnetica viene proposta in asta da Phillips, nella vendita londinese del 21 novembre: «Roadside Lights #036», 2018, Chromogenic print, con una stima tra 10-15mila sterline. Le edizioni di Ohashi sono sempre limitate a pochissimi esemplari e i formati di media grandezza, circa 101x152 cm. In una notte di neve, senza nient’altro intorno, il distributore attende solitario e paziente un avventore; unica traccia di vita: la luce che illumina i prodotti al suo interno.
[Chiara Massimello]
Poussin giovane fa girare la testa ai francesi
Una decina di anni fa il Louvre dedicò al più intellettuale dei pittori francesi del Seicento la mostra «Poussin et Dieu». All’epoca qualcuno si lasciò scappare «perché non l’hanno intitolata Dieu et Poussin?». La battuta spiega bene il culto che la Francia continua a tributare a uno dei suoi figli prediletti. In questo spirito va intesa la stima di 800mila-1milione di euro per la «Venere spiata da due satiri» che passa a Parigi il 26 novembre da Ader Nordmann & Dominique. L’opera ha una breve storia collezionistica che non risale oltre il 1933, quando la pubblicò Tancred Borenius. La superficie pittorica non sembra immacolata, inoltre è una testimonianza ancora incerta e giovanile, non di quelle predilette dal mercato. L’ultima volta che si è vista in pubblico è stata nella mostra lionese del 2023 «Poussin et l’amour». Effettivamente bisogna essere stati colpiti dalla freccia lanciata da Cupido per scucire una cifra del genere.
[Simone Facchinetti]
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Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono i nostri esploratori e investigatori delle occasioni, eccezioni e stranezze che ogni mese il mercato internazionale dell'arte continua a offrirci
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