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La Domus delle Nozze d’argento a Pompei, riaperta dopo il restauro. Foto Silvia Vacca

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La Domus delle Nozze d’argento a Pompei, riaperta dopo il restauro. Foto Silvia Vacca

Col Frecciarossa da Roma agli scavi di Pompei in un’ora e 47 minuti

Il nuovo collegamento ferroviario sarà attivo per il momento solo la terza domenica del mese. Il viaggio inaugurale ha coinciso con la presentazione della restaurata Domus delle Nozze d’argento

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Arianna Antoniutti

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Si è tenuto ieri, domenica 16 luglio, il viaggio inaugurale del Frecciarossa Roma-Pompei, il nuovo servizio ferroviario diretto che consente, con partenza dalla Stazione Termini, di raggiungere gli scavi del Parco archeologico di Pompei (all’andata) in un’ora e 47 minuti. Il treno parte da Termini alle 8.53 con fermata a Napoli Centrale alle 10.03, e arrivo alla stazione di Pompei alle 10.40. Lì un bus navetta Pompei Link accompagna i viaggiatori all’ingresso degli scavi. Il Frecciarossa del rientro, con servizio navetta alle 18.15 fino alla stazione di Pompei, è alle 18.40, con fermata a Napoli Centrale alle 19.23 e arrivo a Roma Termini alle 20.55 (durata complessiva del viaggio: due ore e 40 minuti).

Le numerose soluzioni di viaggio alternative, attualmente disponibili, hanno una durata variabile. Si va dal tragitto più rapido (due ore e 25 minuti), sempre con Frecciarossa ma con cambio alla Stazione Napoli Centrale, fino alle tre ore e 24 minuti per l’Intercity da Roma ad Aversa e due cambi successivi. Con l’Intercity Termini-Salerno, e altri due cambi, si arriva a 4 ore e 24 minuti. La linea diretta offerta dal Frecciarossa Roma-Pompei è dunque la soluzione ottimale per visitare uno dei siti archeologici più noti al mondo, ma sarebbe auspicabile un numero maggiore di corse. Per il prossimo viaggio, difatti, sarà necessario attendere il 19 agosto. Il treno diretto Roma-Pompei, nato dalla collaborazione tra Ministero della Cultura e Ferrovie dello Stato Italiane, al momento è attivo solo ogni terza domenica del mese.

La presentazione ufficiale del Frecciarossa (al cui viaggio inaugurale hanno preso parte la premier Giorgia Meloni e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano) ha coinciso con l’apertura al pubblico della Casa delle Nozze d’argento, sontuosa domus appena restaurata. L’abitazione (nella Regio V, Insula 2, civico i) venne scoperta e scavata tra il 1891 e il 1893 sotto la direzione dell’architetto Michele Ruggero, allora direttore degli Scavi. Il nome moderno attribuito alla Casa, «delle Nozze d’argento», è dovuto alla visita, nel 1893, dei Reali d’Italia Umberto e Margherita di Savoia, che quell’anno celebravano il venticinquennio della propria unione. Una ripresa degli scavi si era avuta nel 2017 quando, anche sulla base della documentazione delle indagini precedenti, ci si aspettava di portare alla luce un’abitazione della classe media pompeiana. Gli scavi rivelarono, invece, una dimora pienamente ellenistica, uno degli esempi più raffinati, sia nell’impianto architettonico che decorativo, delle abitazioni delle classi agiate di Pompei.

Tre sono le grandi aree funzionali della casa: l’atrio con il vasto giardino orientale, il peristilio rodio (giardino con colonnato a diverse altezze), e il secondo atrio con cenacolo. Gli ambienti sono riccamente affrescati e testimoniano le diverse fasi abitative: dall’originario Primo Stile al Secondo stile del peristilio e, nell’atrio, uno stile di transizione tra il Secondo e il Terzo Stile. Infine, intorno al 60 d.C., la famiglia degli Albucii provvederà a decorare la propria domus con affreschi di Quarto Stile, conservando però brani della decorazione del secolo precedente. Il cantiere di restauro avviato nel 2019 e ora completato, ha innanzitutto rimosso le strutture di calcestruzzo armato, impiantate nel secondo dopoguerra, sostituendole con nuove strutture in legno. Oltre al consolidamento strutturale e al restauro architettonico dell’intera domus, si è provveduto alla messa in sicurezza degli apparati decorativi parietali e pavimentali.

«Ogni volta che entro nella Casa delle Nozze d’argento, dice Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, penso alle parole di Le Corbusier, che nell’atrio della domus diceva di vedere una cattedrale. Questo paragone solo a prima vista può sembrare fuorviante, perché a Pompei dobbiamo sempre leggere gli spazi, e la sovrapposizione del tempo, con occhi nuovi».

«Si tratta di un restauro importante, ha aggiunto il direttore generale Musei Massimo Osanna, che ha richiesto molto tempo, e che è parte del Grande Progetto Pompei. Finalmente è possibile visitare una domus dagli apparati decorativi di eccezionale bellezza. Il prestigio e la potenza dei proprietari della casa sono ben evidenti negli amplissimi spazi in cui venivano ricevuti i clientes. Maggiore il loro numero, maggiore il potere del dominus. L’apertura al pubblico della Casa delle Nozze d’Argento è sicuramente uno straordinario ampliamento dell’offerta turistica degli scavi di Pompei».

La Domus delle Nozze d’argento a Pompei, riaperta dopo il restauro. Foto Silvia Vacca

Arianna Antoniutti, 17 luglio 2023 | © Riproduzione riservata

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