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«La bourrasque» di Lucien Levy-Dhurmer, stima 60-80mila euro

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«La bourrasque» di Lucien Levy-Dhurmer, stima 60-80mila euro

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Da Artcurial la collezione del mercante Gérard Lévy

Decadente ma di qualità, l’Art nouveau amata da un connaisseur, va all’asta a Parigi

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Elena Correggia

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Fate leggiadre o amazzoni selvagge, altere dame dell’alta società o sensuali fanciulle svestite, regine o schiave, fragili angeli o insidiose creature della notte. Sono i volti e i corpi immersi in raffinate ambientazioni devoti a un’unica divinità: la bellezza femminile. A celebrarla al tempo del Simbolismo e dell’Art Nouveau una serie di artisti dalla sensibilità decadente che furono la passione collezionistica di Gérard Lévy, la cui raccolta viene ora dispersa a Parigi, da Artcurial, l’11 febbraio. Importante mercante con una galleria d’arte asiatica in rue de Beaune, Lévy non vendette mai arte simbolista, che rimase invece un suo interesse personale. Con quell’arte fin de siècle, intessuta di sogni dorati, notturni inquietanti e figure eteree, arredò ogni angolo della sua dimora. Un linguaggio quasi dimenticato all’epoca del Minimalismo, del Concettuale e della Pop art – erano gli anni Sessanta del secolo scorso – che Lévy invece contribuì a far riscoprire, diventandone un attento e preparato conoscitore. Gli oltre cento lotti all’incanto rivelano il gusto del collezionista, offrendo una panoramica molto ampia del periodo, fra autori noti e meno noti.

«Le Faisan» di Georges de Feure, stima 30-40 mila euro ©Artcurial

Fra i primi c’è senz’altro Carlos Schwabe, di cui è proposto un importante acquarello del 1907, «Spleen et Idéal», che richiama una delle illustrazioni ideate dallo stesso artista per la raccolta de Les Fleurs du mal di Baudelaire (stima 15-20mila euro). La lotta fra un delicato angelo che cerca di divincolarsi dai tentacoli di una creatura marina, oltre a simboleggiare l’eterno conflitto fra spirito e materia, colpisce per l’ardito dinamismo estetizzante, fra spire bestiali, ciocche celesti e slanci di corpi arcuati. Un soggetto caro a Schwabe, che lo ripeté in svariate declinazioni. In asta compaiono, sempre per «Spleen et Idéal», anche un’incisione a colori e un olio monocromo di grandi dimensioni che testimonia i passaggi del lavoro pittorico di Schwabe, i richiami alle stampe giapponesi di Hokusai e l’eccellenza nel disegno (30-40mila). L’affinità con il decorativismo orientale è poi evidente in «Le Faisan», una tempera su carta di Georges de Feure, in cui il fagiano pare quasi nascondersi in un intrico di fiori e fogliame, dagli accattivanti abbinamenti cromatici e dalle volute che tendono all’astratto (30-40mila). L’eleganza di una dama e quella del pavone sono messe a confronto invece da Edgard Maxence che in «Profil au paon» risente dell’influenza del simbolismo di Gustave Moreau e al tempo stesso riprende uno stilema dei medaglioni medievali nella rigorosa posa di profilo della donna in primo piano (50-80mila).

«Profil au paon» di Edgard Maxence, stima 50-80mila euro ©Artcurial

Un altro volto femminile di profilo è immortalato da Lucien Levy-Dhurmer in «La bourrasque», un pastello, tecnica prediletta dall’artista, che coglie gli effetti di una tempesta di vento autunnale sulle fulve chiome di una fanciulla (60-80mila). È infine il pieno trionfo dell’Art Nouveau nell’acquarello di Alphonse Mucha «Iris», in cui le linee sinuose dei fiori circondano il lungo abito di una fanciulla, che diventa un tutt’uno con il motivo ornamentale (40-60mila). Da segnalare anche una sezione composta da una trentina di manoscritti del XIX secolo, molti dei quali corredati da illustrazioni e disegni come l’edizione del 1900 di Les Fleurs du mal, decorati da 23 acqueforti di Carlos Schwabe in tiratura limitata di 77 esemplari (3-5mila) e la Salomé di Oscar Wilde, accompagnata da 12 raffinati disegni in bianco e nero di Aubrey Beardsley (1.200-1800).

Spleen et Idéal, 1907, di Carlos Schwabe, stima 15-20mila euro ©Artcurial

Elena Correggia, 10 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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