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Daria Berro
Leggi i suoi articoliPiazza San Marco a Venezia torna a illuminarsi di luci d’artista (e designer). Per il terzo anno, da oggi e per tutto l’inverno, fino all’1 marzo 2026, dodici creazioni luminose realizzate da altrettante storiche fornaci muranesi su disegno di artisti e designer internazionali si accenderanno al calar della sera nelle Procuratie facendo luce sui passi di veneziani e turisti. Ognuno dei dodici lampadari è stato disegnato, progettato e realizzato appositamente per «Murano Illumina il Mondo» rispettando specifici parametri di dimensione, peso e caratteristiche strutturali per garantire il rispetto della delicatezza del luogo in cui vengono installati.
Artisti e designer di questo spin-off di «The Venice Glass Week» sono stati selezionati da un comitato scientifico composto dalla storica del vetro Rosa Barovier Mentasti, dal trustee di Pentagram Stiftung David Landau, la direttrice scientifica della Fondazione Musei Civici di Venezia, Chiara Squarcina, i curatori Mario Codognato e Alma Zevi, l’esperta in vetro di Murano del XX secolo Giordana Naccari e la collezionista Sarah Nichols. Matteo Silverio ha coordinato la produzione e il rapporto tra artisti e fornaci.
Le rivisitazioni site specific dei classici «chandelier» intrecciano memoria e innovazione. Per il suo «Primavera d’Oriente», un ramo fiorito in vetro borosilicato, ricoperto di boccioli rosa, che attraversa una struttura lineare in vetro liscio, Simone Crestani, con Berengo Studio, fonde geometria e naturalismo, ispirato dai modelli degli anni Venti. S’intitola «Intérieur/Extérieur» il lampadario a forma di gabbia, in cui alcuni uccelli restano imprigionati mentre altri prendono il volo, che Ru Xiao Fan ha realizzato con Effetre e Seguso Gianni, invitandoci a riflettere sulla scelta tra sicurezza e libertà. Vibra di luce e colore il «Cuore Infinito» di Joana Vasconcelos e, ancora, Berengo Studio, simbolo monumentale di passione, resilienza e trasformazione.
«Cuore Infinito» di Joana Vasconcelos e del maestro Massimiliano Luzzi, fornace Berengo Studio. Foto Giorgio Bombieri
Come una sinfonia ascendente si sviluppa su tre livelli «Musica Angelica» di Lucio Bubacco, con Vetreria 3 Artistico Lampadari, scenografica composizione di trenta bracci in cui cinquanta angeli in vetro avorio suonano strumenti classici. In «Acqua Rings» il designer Chahan Minassian, con Nicola Moretti Murano, fa danzare in tonalità ispirate alla laguna veneziana dischi di vetro sovrapposti, reinterpretando un suo lavoro storico. Prende forma dall’osservazione dei ritmi delle maree e delle geometrie delle isole della laguna di Murano la «Trama di Luce» che Michela Cattai ha realizzato insieme a Simone Cenedese. La laguna è anche stata d’ispirazione per «Pool of Light» di F Taylor Colantonio con Signoretto Lampadari in collaborazione con Salvadore, che ha immaginato un raggio di sole filtrare in una vorticosa corrente lagunare dopo aver visto i disegni presenti nell'archivio del Centro Studi del Vetro della Fondazione Giorgio Cini sull'Isola di San Giorgio Maggiore e il soffitto della stazione ferroviaria di Santa Lucia.
Trentaquattro dischi in vetro centrifugato danno forma a «Profilo», di Luca Nichetto con Barovier&Toso, rivisitazione in chiave contemporanea del lampadario classico che fonde artigianato e tecnologia: ogni disco reca un delicato motivo a spirale, traccia del gesto dell’artigiano. Evocano i tentacoli marini le forme organiche di «Calamaro» in cui Massimo Micheluzzi, con Vetreria Anfora, ha plasmato il movimento fluido dell’acqua e della laguna veneziana. «Nature Rebirth» di Christian Pellizzari, insieme a Salviati, è un’opera sospesa composta da uova soffiate e tentacoli realizzati con la tecnica delle «bussole» dei lampadari Rezzonico. Qui un innovativo sistema di micro Led dialoga con la materia antica, celebrando la continua rinascita della natura. È un omaggio alla maestria vetraria di Murano, dove la tecnica classica del sommerso incamiciato si fonde con l'uso di polveri metalliche per creare un effetto luminescente e profondo «The Observatory» di Irene Cattaneo, con Amadi, caratterizzato da otto sfere «lunari» lavorate a mano. Un’opera corale nata dall’incontro tra tradizione secolare e creatività dei giovani vetrai: questo è «Life’s Meaning», il lampadario che la Scuola Abate Zanetti, ha realizzato con il maestro Eros Raffael. Foglie in vetro decorate da filamenti blu in varie sfumature, simboleggiano qui il ciclo della vita e con il loro movimento armonico raccontano il tempo, la trasformazione e l’eterna continuità dell’esistenza.
Il comitato organizzatore di The Venice Glass Week è composto da Comune di Venezia, Fondazione Musei Civici di Venezia, Le Stanze del Vetro-Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e Consorzio Promovetro Murano; tra i partner istituzionali figurano Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, Azienda Speciale Opportunità & Mercati e Fondazione Bevilacqua La Masa. Sponsor dell’evento inaugurale è Caffè Lavena.
«Pool of Light» di F. Taylor Colantonio con i maestri Loris Signoretto, Mattia e Marco Salvadore, fornace Signoretto Lampadari con Salvadore. Foto Giorgio Bombieri
«Inside/Outside» di Ru Xiao Fan con i maestri Cristiano e Ivano Ferro e Gianni Seguso, fornace Effetre con Seguso Gianni. Foto Giorgio Bombieri
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