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Facciata Interna del Museo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

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Facciata Interna del Museo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Il Museo d'Arte dei Rovati, luogo di pensiero

Aperti a Milano i servizi al pubblico della Fondazione Luigi Rovati che si inaugurerà il 7 settembre con le collezioni etrusca e d'arte contemporanea

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Smontati i ponteggi che per cinque anni lo avevano fasciato, l’imponente palazzo tardo ottocentesco di corso Venezia 52, affacciato sul verde dei Giardini Indro Montanelli, si è aperto ieri per la prima volta alla città, dopo i lavori che lo hanno radicalmente (e rispettosamente) trasformato. La Fondazione Luigi Rovati, che ha qui la sua nuova sede, ha affidato a Mario Cucinella Architects il compito di ridisegnarne i 3mila metri quadrati, ora distribuiti su sette piani (due interrati), per renderli funzionali a un progetto culturale che, nato come museo etrusco, strada facendo ha assunto contorni sempre più ampi e articolati.

Non più un semplice museo, dunque, ma, spiega la presidente Giovanna Forlanelli, un’«infrastruttura culturale della Fondazione, che va oltre la concezione tradizionale di museo in cui fruire di mostre d’arte, per dare vita a un luogo di pensiero, di sperimentazione e di condivisione. Non intendo, infatti, sentir parlare di target di riferimento: nella cultura non esistono i target ma le persone e questa è un’istituzione inclusiva, capace di rivolgersi a tanti pubblici grazie alla sperimentazione di sempre nuovi linguaggi. Ed è stata pensata con la finalità precisa di costruire progetti di utilità sociale».

Non a caso la prima apertura pubblica degli spazi (ieri, 6 luglio) è avvenuta senza fanfare né mondanità, ma con il primo dei «Dialoghi in apertura» (che continueranno per tutto il mese di luglio) in cui Giovanna Forlanelli ha discusso con il manager culturale Giancarlo Leone proprio sul tema («per noi fondamentale», ha ribadito più volte), dell’«Utilità sociale» delle istituzioni culturali: che è, poi, uno degli otto principi metodologici, qui definiti «codici», su cui si fonda il progetto scientifico e culturale della Fondazione Luigi Rovati, istituita nel 2016 nel nome del medico e ricercatore, ma anche umanista e collezionista, Luigi Rovati (1928-2019), fondatore del colosso farmaceutico Rottapharm.

Gli altri codici, cui ogni progetto dovrà rispondere, sono conoscenza, espansione, inclusione, creazione, spazio, estetica e relazione, e il loro semplice elenco racconta al meglio il modello cui la Fondazione (diretta da Monica Loffredo) si attiene e si atterrà nel suo percorso, operando, proprio come Luigi Rovati, tanto nell’ambito scientifico quanto in quello culturale.

Il processo, tecnologicamente avanzatissimo, che ha restituito alla città un palazzo storico in disuso, creando questo nuovo polo culturale, è raccontato nella piccola mostra «Fondazione Luigi Rovati: il cantiere e il processo» (a cura del comitato scientifico, composto da Mario Abis e Mario Cucinella con il coordinamento di Salvatore Settis), allestita nel Padiglione del giardino.

Gli interventi architettonici hanno riguardato innanzitutto il livello interrato, dove ha preso forma un museo ipogeo destinato alla collezione etrusca della Fondazione, nucleo originario del progetto, all'interno di spazi che si sviluppano, con le loro stratificazioni di pietra serena, secondo un percorso sinusoidale. Al piano nobile, invece, sono stati realizzati gli spazi espositivi per l’arte contemporanea, che sarà messa in dialogo con oggetti archeologici. Negli altri piani trovano posto gli uffici, la sala studio, la sala conferenze e i depositi per le collezioni.

Al piano terreno, la grande hall con la biglietteria e lo shop museale della casa editrice Johan & Levi (fondata da Giovanna Forlanelli nel 2005), il caffè bistrot e l’ingresso al ristorante (all’ultimo piano, con una vista magnifica sulla città: questi, guidati dallo chef due volte stellato Andrea Aprea e disegnati da Flaviano Capriotti, che ha rivestito le pareti del ristorante con il bucchero, la ceramica nera cara agli Etruschi). E l’accesso al giardino con il piccolo Padiglione espositivo: un tempo un «giardino segreto», ora invece un bene restituito alla collettività.

La Biblioteca della Fondazione Luigi Rovati, ricca di testi di archeologia e d’arte, specie contemporanea, resterà a Monza, ma i suoi volumi si potranno prenotare e consultare nella sala studio, e il catalogo sarà consultabile online. Liberamente accessibile anche lo shop Johan & Levi, dove si possono trovare l’intero catalogo della raffinata casa editrice e libri di altri marchi su archeologia, etruscologia, storia, architettura e design, e poi l’editoria per bambini e gli oggetti ideati dalla Fondazione per il nuovo Museo d’arte e gli oggetti di design firmati da Cucinella e dall’artista Marianna Kennedy.

Non resta dunque che attendere l’apertura, prevista per il 7 settembre, del nuovo Museo d’arte, le cui visite saranno prenotabili dal primo settembre, con ingresso gratuito per l’intero mese.

Facciata Interna del Museo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Sala studio del Museo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Biblioteca Monza © Fondazione Luigi Rovati

Shop museale © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Facciata Esterna del Museo © Giovanni De Sandre per Fondazione Luigi Rovati

Ada Masoero, 07 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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