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«Il personale» (2023) di Claire Fontaine nella sede di Elica a Fabriano

© Carlo Romano, Cortesia l’artista e Fondazione Ermanno Casoli

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«Il personale» (2023) di Claire Fontaine nella sede di Elica a Fabriano

© Carlo Romano, Cortesia l’artista e Fondazione Ermanno Casoli

Il lavoro femminile di Claire Fontaine e i fiori di Iacurci

Il duo francese, vincitore della XXI edizione del Premio Ermanno Casoli, ha realizzato un’opera site specific per la sede di Elica della Fondazione. Per il 2024 sarà invece l’artista pugliese a firmare un lavoro per gli stabilimenti di Airforce

Marta Paraventi

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La Fondazione Ermanno Casoli (Fec) è nata nel 2007 a Fabriano, in provincia di Ancona, in memoria di Ermanno Casoli (Fabriano, 1928-78), fondatore di Elica, azienda italiana all’avanguardia nel design e nella produzione di elettrodomestici dedicati al cooking evoluto, perseguendo la missione di promuovere iniziative in cui l’arte contemporanea sia uno strumento didattico e metodologico in grado di migliorare gli ambienti di lavoro e di favorire la crescita personale di lavoratori e clienti innescando processi innovativi che incentivino la creatività. Espressione di questa filosofia aziendale di matrice culturale è l’annuale Premio Ermanno Casoli, concepito dalla Fondazione e dal direttore artistico Marcello Smarrelli, come commissione artistica grazie alla quale gli artisti, scelti in base alla loro sensibilità e attenzione ai temi sociali e politici, sono invitati a ideare e realizzare un’opera d’arte permanente in una delle sedi dell’azienda, in collaborazione con le persone che vi lavorano. 

Nel 2023, la XXI edizione del Premio Ermanno Casoli è stata vinta da Claire Fontaine che ha progettato per la sede Elica di Fabriano un’opera site specific intitolata «Il personale», frutto di una serie di riflessioni scaturite durante il workshop «Lavoro femminile visibile e invisibile», cui ha partecipato un gruppo di trenta donne che rivestono ruoli manageriali all’interno di Elica. Il tema del femminismo è centrale fin dagli esordi dell’attività di Claire Fontaine, il collettivo nato a Parigi nel 2004, composto da Fulvia Carnevale e James Thornhill, la cui opera «Stranieri Ovunque. Foreigners Eveywhere», è stata scelta dal direttore artistico Adriano Pedrosa come titolo della 60ma Biennale di Venezia

Le partecipanti al workshop sono state chiamate a esprimersi con l’obiettivo di mettere in evidenza le loro difficoltà nel conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari. Le sfide emotive emerse durante l’incontro hanno ispirato l’attivazione luminosa della potente e iconica citazione, «Il personale è politico», tratta dal saggio dell’attivista e femminista statunitense Carol Hanish, The personal is political, pubblicato nel 1970. Come di consueto nel lavoro di Claire Fontaine le parole assumono un valore semantico diverso in base ai contesti in cui si trovano: la traduzione in lingua italiana di «personal» individua in questo caso non solo la sfera personale dell’individuo, ma anche l’insieme dei collaboratori e lavoratori dell’azienda che diventa portatrice di un messaggio veicolato attraverso l’arte. Si tratta di un messaggio che affonda le radici nel sopracitato saggio di Carol Hanish, pietra miliare del femminismo avendo rigettato l’idea che la sessualità, l’apparenza fisica, l’aborto, la cura dei bambini e la divisione del lavoro domestico siano problemi personali, della singola donna privi di una valenza sociale allargata e di dignità politica. L’opera di Claire Fontaine «Il personale» esprime in modo diretto il valore del vissuto femminile e la sua valenza politica per promuovere l’uguaglianza e il rispetto dei diritti delle donne come agenti trasformatori della società

«Dire che il personale è politico, sottolinea Marcello Smarrelli, significa comprendere che la posizione filosofica ed esistenziale dei singoli ha un effetto sulla società intera, e che ogni desiderio e reazione emotiva che esprimiamo sono il risultato del nostro rapporto con la società stessa e non solo con le persone con cui stiamo interagendo». Sulla stessa scia Francesco Casoli, presidente di Elica, che tiene a sottolineare come «l’opera di Claire Fontaine riuscirà sicuramente a esprimere al massimo lo spirito che ci guida quotidianamente in azienda». 

L’attenzione è ora puntata sul vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli, l’artista Agostino Iacurci (Foggia, 1986) che per l’occasione realizzerà «Fiori diversi al naturale», un’installazione site specific per il nuovo stabilimento di Airforce di Cerreto d’Esi (poco distante da Fabriano). Come di prassi nel Premio, la scelta del tema, del luogo e dell’artista nascono da un bisogno formativo identificato dalle risorse umane. Per l’intervento in Airforce, l’esigenza era di ricreare la compattezza, l’energia e lo spirito di condivisione che da sempre caratterizzano questa azienda, ma anche di offrire un luogo accogliente e familiare ai propri lavoratori, a seguito del trasferimento della sede da Fabriano a Cerreto d’Esi. Il titolo dell’opera è un diretto riferimento a Francesco Mingucci (1570-1642), pittore di origine pesarese, naturalista, «giardiniere» e cartografo, noto per aver rappresentato il territorio del Ducato di Urbino retto dai Della Rovere, nel 1626, poco prima della devoluzione allo Stato Pontificio. Mingucci appare quindi come un precursore dello studio della natura e del suo rapporto con la cultura, un legame gravemente turbato nell’epoca attuale, per questo il progetto dell’artista sarà focalizzato sulla centralità del giardino ideale e sognato, l’Eden, da un lato, e il giardino reale, luogo di lavoro paziente e costante, spazio di mediazione e scambio tra esseri umani e ambiente, dall’altro. L’installazione «Fiori diversi al naturale» sarà inaugurata il 15 giugno.

Le donne manager di Elica coinvolte da Claire Fontaine nel workshop sul tema dell’empowerment femminile

Marta Paraventi, 11 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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