Grazie a «Landscape Festival. I Maestri del Paesaggio 2019», nona edizione della fortunata manifestazione organizzata da Arketipos e Comune di Bergamo (quasi 1,8 milioni i visitatori delle otto passate edizioni), dal 5 al 22 settembre la città sarà felicemente «invasa» per 18 giorni dal verde e dai suoi cultori. Aperto a esperti, operatori e appassionati di tutte le età, il Landscape Festival propone conferenze, seminari, workshop, mostre, spettacoli, concorsi, degustazioni e laboratori, in gran parte gratuiti, con l’intento di favorire una progettazione intelligente e una maggiore consapevolezza nei confronti dell’ambiente e del paesaggio, inteso come frutto dell’intreccio virtuoso tra natura e cultura.
Punti forti della manifestazione, dedicata quest’anno al Pioneer Landscape (cioè alla vegetazione pioniera, spontanea, che entra in dialogo con l’architettura, riappropriandosi di spazi antropizzati), sono «Green Square», una reinterpretazione «verde» della piazza Vecchia della città, possibile modello per interventi analoghi in altri contesti architettonici antichi e, il 20 e 21 settembre, l’International Meeting of the Landscape and Garden cui partecipano, come ogni anno, i più importanti architetti del paesaggio del mondo.
Ed è proprio al tema pioneer che è ispirato il progetto «Green Square» di Luciano Giubbilei, architetto del paesaggio italo-inglese premiato tre volte con il «Best in Show Chelsea Flower». Con il suo progetto la piazza, famosa per le sue bellezze architettoniche, è come «colonizzata» dalla vitalità della natura. Ma l’intera città si mobilita per questa festa del verde, aprendo molti suoi luoghi a una nuova lettura in chiave green (www.imaestridelpaesaggio.it).
Altri articoli dell'autore
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo, illustra il percorso in 13 tappe dell’«edizione della maturità»: per nove giorni le opere su carta di artisti contemporanei e del XX secolo sono protagoniste di mostre in musei e gallerie della rete urbana meneghina
I supporti usati dall’artista americano per trasferire i suoi soggetti su grandi tele sono protagonisti della mostra da Monica de Cardenas
L’istituzione milanese prima si fermava a inizio anni ’80, ora procede fino all’anno «in cui tutto cambiò», spiega il direttore Gianfranco Maraniello. Pronta alla contemporaneità quando (forse già nel 2026) occuperà il Secondo Arengario
Addio dopo soli otto mesi: «Sono pochi, lo so, ma sufficienti per capire di non poter fare ciò che so fare. All’Accademia Carrara il direttore è in subordine e prevale il marketing»