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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. Dai Laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure alla Fortezza da Basso torna, dopo sei anni, la «Adorazione dei Magi» di Leonardo da Vinci, che dal 28 marzo al 24 settembre prossimo sarà esposta agli Uffizi (Galleria delle Statue e delle Pitture) alla mostra «Il cosmo magico di Leonardo da Vinci: l'Adorazione dei Magi restaurata», a cura di Eike Schmidt, Marco Ciatti e Cecilia Frosinini. Qui l'opera sarà posta in dialogo con la pala dello stesso soggetto eseguita da Filippino Lippi nel 1496.
Le indagini diagnostiche sul dipinto incompiuto di Leonardo presero avvio nel 2011, per proseguire con una pulitura graduale e differenziata a seconda dei vari problemi che la tavola, costituita da dieci assi di pioppo assemblate con spaziatura disomogenea nelle traverse; una disomogeneità alla quale l’artista aveva in parte posto rimedio mescolando una fibra vegetale al gesso di preparazione.
L’«Adorazione dei Magi» colpisce ora per la chiarità diffusa, e per la ritrovata visibilità del tracciato leonardesco, offuscato in molte parti, come ad esempio nella testa del vecchio glabro sull’estrema sinistra, figura identificata da Natali con quella del profeta Isaia, colui che profetizza la nascita del Redentore. Un'ipotesi che si collega alla presenza di un albero, dalle vecchie radici ma dalla chioma giovane, additato dalla figura posta dietro alla Madonna col Bambino: secondo la profezia, quel virgulto, vessillo dei popoli, nascerà, da radici antiche e ricostruirà il tempio del Signore; così, le rovine sullo sfondo, una parte dove sono emerse figure di umani e di cavalli pressoché invisibili, non sarebbero in disfacimento ma in ricostruzione.
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L'Adorazione dei Magi di Leonardo

Un particolare dell'Adorazione dei Magi di Leonardo dopo la pulitura

Restauratori dell'Opd al lavoro sull'«Adorazione dei Magi» di Leonardo. Foto Pino Zicarelli, Opd 2014
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