Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliL’importante e imprevisto ritrovamento di una fullonica, impianto destinato alla tintura e al lavaggio di vesti e tessuti, è frutto dei lavori in corso per la realizzazione del sottopasso e della pedonalizzazione di piazza Pia a Roma. Il progetto di riqualificazione e pedonalizzazione della piazza, situata tra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione, finanziato con 79,5 milioni di euro, è cruciale per l’appuntamento del Giubileo 2025, in quanto la creazione della nuova grande piazza pedonale unirà l’area del Mausoleo di Adriano a quella della Basilica di San Pietro.
I lavori, iniziati nell’agosto del 2023 ed eseguiti da Anas grazie a una convenzione con Roma Capitale, hanno ora subito una battuta d’arresto perché, a circa quattro metri dall’attuale piano di calpestio, sono emerse strutture databili alla metà del II secolo d.C. che gli archeologi, diretti da Alessio De Cristofaro della Soprintendenza Speciale di Roma, hanno identificato come pertinenti a una fullonica.
Nel corso della conferenza stampa, cui hanno preso parte il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la soprintendente speciale Daniela Porro, monsignor Rino Fisichella e l’amministratore delegato di Anas, Aldo Isi, è stato presentato il progetto che consentirà di spostare e ricollocare le strutture riemerse, proseguendo poi nello scavo del cantiere.
«È fondamentale salvaguardare la nostra storia, ha commentato il ministro Sangiuliano, e trovare con ragionevolezza e buon senso un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela e l’esigenza di modernizzazione del tessuto urbano». «L’archeologia di emergenza per la realizzazione del sottopasso di piazza Pia, ha aggiunto Daniela Porro, deve in ogni caso tutelare ritrovamenti e scoperte. In questo caso la conservazione dei reperti attraverso la loro delocalizzazione deve portare anche a una valorizzazione: la Soprintendenza ha proposto di ricollocarli a Castel Sant’Angelo, in antico il sepolcro di Adriano costruito negli Horti di Domitia, il contesto dove le strutture ritrovate probabilmente sorgevano in origine».
Il 18 giugno sarà presentato alla Commissione regionale per il patrimonio culturale (Co.Re.Pa.Cu.) il piano per lo smontaggio dei resti della fullonica (ampia circa 500 metri quadrati, con vasche, dolia, strutture murarie e mosaici), e la sua ricollocazione, a pochi metri dal luogo di rinvenimento, nei giardini di Castel Sant’Angelo. I reperti ritrovati, soprattutto frammenti ceramici, saranno invece musealizzati, grazie alla collaborazione con la Direzione Generale Musei guidata da Massimo Osanna, all’interno dello stesso Mausoleo di Adriano.
Lo scavo del sottopasso potrà poi proseguire (senza modifiche al cronoprogramma del cantiere, la cui chiusura è prevista per il mese di dicembre) ma con l’incognita, che pure alleggia, di nuovi possibili ritrovamenti. Difatti questa zona, che in antico ospitava i grandi Horti imperiali, ha già riservato, solo poco tempo fa, altre notevoli scoperte archeologiche, come il ritrovamento del teatro di Nerone.
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