Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliCome annunciato dal direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica Alessandro D’Alessio nel 2021, nel momento in cui erano appena iniziati i lavori, il Casone del Sale, l’edificio cinquecentesco che dal 1934 ospita il Museo, è stato sottoposto a un intervento di tipo statico-strutturale. Terminati poi i lavori per l’adeguamento e la messa a norma (impiantistica, illuminotecnica e tecnologica), si è pensato anche all’accessibilità fisica e cognitiva, con l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche e con la messa a punto di pannelli, touch screen e apparati multimediali «in grado di parlare, come ha detto Massimo Osanna, direttore generale Musei del MiC, a tutti i pubblici».
Infine, il lavoro più corposo: quello sui reperti. Ai sarcofagi, mosaici, iscrizioni, affreschi e alle statue già in esposizione (il precedente allestimento risaliva al 1962), si sono aggiunte alcune opere sinora conservate nei depositi. Opportunamente restaurate, ora sono per la prima volta visibili al pubblico. Numerosi, oltre cento, sono stati gli interventi conservativi anche sui reperti abitualmente parte del percorso espositivo, come il gruppo di Amore e Psiche privato del sostegno obsoleto che ora si presenta con un nuovo equilibrio compositivo grazie a strutture autoportanti in metallo.
La vita a Ostia Antica è narrata in 12 sale, scandite in sette macrotemi: l’origine di Ostia (risalente, secondo la tradizione letteraria all’VII secolo a.C.) e l’età repubblicana, il potere imperiale, gli spazi civici, la gente, le religioni e i culti, le necropoli del territorio, le forme dell’abitare. «L’intero Parco archeologico, dice D’Alessio, con le monumentali aree dei porti imperiali di Claudio e Traiano e della Necropoli di Porto all’Isola Sacra, rappresenta un caposaldo dell’archeologia e della storia dell’arte romana per quel che riguarda sia la produzione scultorea, sia e soprattutto quella musiva e pittorica, con opere di altissima qualità. Lo stesso può dirsi dell’architettura monumentale e dell’edilizia di Ostia. La prima ambizione del Museo Ostiense è quella di ricomporre, come mai era stato fatto prima, la rete di relazioni, strettissime e biunivoche, che unisce gli oggetti esposti ai contesti urbani, infrastrutturali e funerari, di pertinenza».
Lo stesso D’Alessio, con Cristina Genovese, ha curato per i tipi di Electa la guida del nuovo museo che raccoglie, oltre ai testi dei pannelli introduttivi, una selezione delle opere principali. Fra di esse, il sarcofago con scene dell’Iliade (II secolo d.C.), la statua monumentale in marmo nero di Iside (II d.C.) e il soffitto dipinto con amorini e meandri della seconda metà del I secolo d.C.
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