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Lara Vinca Masini. Foto: Mauro Cenci

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Lara Vinca Masini. Foto: Mauro Cenci

Lara-Vinca Masini, sempre vicina agli artisti

La critica è scomparsa a Firenze a 94 anni. Il suo archivio andrà al Centro Pecci di Prato

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Laura Lombardi

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A 94 anni, quasi inferma ma con ancora intatta la lucidità critica che l’aveva accompagnata tutta la vita, sabato 9 gennaio si è spenta Lara-Vinca Masini, nell’appartamento dove era conservato l’archivio che ora andrà al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (grazie a un’operazione condotta dall’Ente cassa di Risparmio di Firenze): libri, opere d’arte, documenti, materiali fotografici e multimediali, che saranno resi fruibili al pubblico.

L’ansia di Lara negli ultimi anni era infatti che si cogliessero i nessi offerti da quel prezioso patrimonio catalogato, riunito nel corso della sua esistenza da critica militante, quasi noncurante invece della visibilità dei propri scritti, secondo una disposizione etica riguardo la critica d’arte che aveva guidato tutta la sua carriera. Sempre vicina agli artisti, la Masini non aveva mai creato «scuderie», rivendicando una libertà intellettuale nei confronti del mondo dell’arte e dei suoi riti, che l’ha resa un po’ un’outsider, e per molti un imprescindibile riferimento.

Dagli esordi nella redazione di «SeleArte» con Carlo Ludovico Ragghianti, dove aveva incontrato Giulio Carlo Argan, Lara aveva sostenuto e promosso le ricerche artistiche toscane fin dagli anni Sessanta e Settanta (tra Poesia concreta, Arte programmata, Optical art, musica elettronica e architettura radicale). Tra le tante mostre da lei curate ricorderemo però soprattutto quella a Firenze, pionieristica per concezione, «Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890-1980. Dai simbolisti al Nouveau Réalisme» (1980), articolata in una sezione «storica» al Palagio di Parte Guelfa e in varie installazioni nei cortili di palazzi storici o in alcuni monumenti, opera di artisti internazionali quali Fabio Mauri, Hans Hollein, Rebecca Horn, Luciano Fabro, Herman Nitsch, Giuseppe Chiari, Wolf Vostell e Sandro Chia.

Il dialogo tra antico e contemporaneo che avrebbe caratterizzato tanti eventi dei decenni successivi, non sempre sarebbe stato realizzato con la profondità concettuale proposta da Lara. Della mostra si parlò più all’estero che in Italia, sebbene Lara, per ragioni economiche, abbia potuto poco viaggiare. Ed è per questo che, nonostante la sua instancabile attività condotta fino quasi all’ultimo, stona ancor di più il mancato riconoscimento delle istituzioni italiane, quando qualche anno fa le fu negata la Legge Bacchelli.

Il suo percorso è ben ricostruito dal volume Scritti scelti 1961-2019. Arte Architettura Design Arti applicate pubblicato da Gli Ori nel 2020 a cura di Alessandra Acocella e Angelika Spepken. Con lei, dopo la recente morte dei suoi amici di lunga data Lea Vergine ed Enzo Mari (come lo erano stati anche Ettore Sottsass e Fernanda Pivano), si chiude un altro capitolo importante della critica d’arte italiana.
 

Lara Vinca Masini. Foto: Mauro Cenci

Laura Lombardi, 13 gennaio 2021 | © Riproduzione riservata

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