Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«In questa mostra, spiega lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, grande studioso di molteplici ambiti, compresi la fotografia storica e il viaggio esotico, analizziamo come le mitologie d’Oriente attraversino il tempo ripetendosi grazie agli strumenti di aggregazione narrativa proposti con le loro opere da disegnatori e fotografi e filtrati dalla traduzione, in Francia, de Le mille e una notte già nel 1704-17, nonché dai testi di de Chateaubriand, Hugo, Gautier, Flaubert. Al termine il visitatore comprende come l’Occidente, nel corso del XIX secolo, racconta l’Oriente medio, il bacino orientale del Mediterraneo, l’impero Ottomano fino alla sua dissoluzione intorno alla Prima guerra mondiale: il sistema narrativo propone quindi l’Oriente “inventato” e visto appunto dall’Occidente».
La rassegna «Viaggi a Oriente. Fotografia, disegno, racconto. Egitto, Siria, Palestina, Grecia, Turchia da Napoleone alla fine dell’Impero Ottomano», aperta fino al 21 gennaio 2024, curata da Quintavalle con il coordinamento organizzativo di Carla Dini nelle sale di Ape Parma Museo di Fondazione Monteparma, dischiude un mondo visivo sorprendente, creato prima attraverso il disegno e poi con i mezzi della fotografia, relativo agli antichi territori dell’Impero Ottomano «filtrati» dall’occhio europeo, dall’intento neocolonialista e dalla nostalgia per una terra cristiana perduta al tempo delle crociate.
La rassegna è composta da oltre 300 immagini, conservate perlopiù nelle collezioni dello Csas dell’Università di Parma ma anche alla Biblioteca Palatina della Pilotta e alla stessa Monteparma, realizzate da decine di atelier fotografici al tempo presenti ad Atene, Costantinopoli, Gerusalemme, Damasco, Alessandria d’Egitto, Suez... Le sale risultano, così, sostanzialmente la trasposizione espositiva di un volume dello stesso Quintavalle dal medesimo titolo, uscito solo due anni fa e già considerato un classico: Viaggi a Oriente. Fotografia, disegno, racconto. Egitto, Siria, Palestina, Grecia, Turchia da Napoleone alla fine dell’Impero Ottomano, di Arturo Carlo Quintavalle, catalogo delle opere di Claudia Cavatorta e Paolo Barbaro (162 ill., 336 pp., Skira, Milano 2021, 50 euro).
Il percorso nell’Ape Parma Museo si apre con la Description de l’Egypte di Dominique Vivant Denon del 1809-29 (edizione Panckoucke della Palatina), voluta da Napoleone che con il futuro «inventore» del Louvre aveva viaggiato in Egitto insieme a geologi, medici, archeologi, botanici, astronomi: «Questo testo destinato all’élite europea, con le sue numerose incisioni che anticipano la fotografia, sottolinea Quintavalle, influenzerà la struttura narrativa per via di immagini di molti fotografi e sarà perciò la base di ogni racconto dell’Oriente a venire». A seguire le altre sezioni raccontano i territori in esame attraverso moltissime immagini raffiguranti figure locali, cammellieri, contadini, pescatori, falegnami, sultani, visir, odalische, monumenti come le piramidi di Giza, la Sfinge, Abu Simbel, il Santo Sepolcro, i colossi di Memnone, le Cateratte del Nilo e molti altri, realizzate con pesanti attrezzature trasportate per migliaia di chilometri in luoghi nei quali spesso non esistevano strade.
Ma ben in anticipo sull’invenzione della fotografia, negli anni ’40 dell’Ottocento le prime riproduzioni occidentali dell’Oriente sono opera degli illustratori: è il caso del lavoro di David Roberts che nel corso dei suoi viaggi in Terrasanta realizzerà 247 litografie che, oltre a essere all’origine della costruzione del mito del Nilo, saranno la «guida» per molti altri fotografi lì impegnati, tra cui James Robertson, Francis Bedford, Francis Frith, Wilhelm Hammerschmidt, Joseph Philibert Girault de Prangey, Jules Itier, Maxime du Camp, Félix Teynard, Sulayman Al-Hakim, Hippolyte Arnoux, Pascal Sébah, Guillaume Berggren, Gabriel Brugsch, fino all’italo-inglese Antonio Beato.
L’affascinante racconto espositivo termina con le immagini dell’American Colony, la comunità religiosa che nel 1881 si trasferisce da Chicago a Gerusalemme e dà vita a un nuovo «metodo» fotografico che si diffonde mandando in soffitta definitivamente le riprese su lastra.

Altri articoli dell'autore
Alla Galleria Bper 39 opere (da Guercino a Ontani, da Jules van Biesbroeck a Klinger) illustrano il rapporto tra esseri mitologici e la condizione umana odierna
Alle Sale Chiablese oltre 100 opere dal Quattrocento al Novecento per un lungo excursus che pone al centro la bellezza del gentil sesso
Negli spazi della Fondazione luganese, due appuntamenti celebrano l’anniversario della raccolta dei coniugi che, in mezzo secolo, acquisirono oltre 250 opere da Balla a Warhol
Nel centenario della nascita il Museo di San Domenico, a Imola, riunisce una settantina di opere dell’artista che amava sperimentare con i materiali più eterogenei