Riccardo Deni
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Un progetto, due fasi
Sabato 23 novembre, Museo Civico di Casale Monferrato. È una giornata di festa per il Museo Civico di Casale Monferrato, casa anche della gipsoteca Leonardo Bistolfi, oggi nell’ipogeo dell’antico convento agostiniano di Santa Croce. Il motivo è la presentazione della seconda tappa, culminata oggi con presentazione del catalogo digitale e del sito dedicato a cura di Emblème, del lungo progetto Restituire un maestro, dedicato a Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 15 marzo 1859-La Loggia, 3 settembre 1933), artista e soprattutto scultore, importante esponente del Simbolismo italiano. Iniziato tra 2022 e 2023 il progetto, capitanato dal Museo Civico di Casale Monferrato, nelle persone della direttrice Elena Varvelli e della conservatrice Alessandra Montanera, e sovrinteso a livello curatoriale da Sandra Berresford, principale storica dell’arte ed esperta dell’artista, ha visto l’avvicendarsi di due diverse fasi. La prima, conclusa nella primavera di quest’anno, e culminata con la pubblicazione Allemandi del volume Leonardo Bistolfi. Percorsi inediti dalla Gipsoteca di Casale Monferrato, e questa seconda, base per il volume e trampolino per la divulgazione dell’opera dell’artista e delle attività di ricerca del museo.
Un catalogo digitale per Bistolfi
Dal 2022, infatti, il Museo Civico ha iniziato a collaborare con la società specializzata in catalogazione, gestione e valorizzazione di collezioni e beni di memoria, Emblème, con l’obiettivo di realizzare un catalogo digitale dell'intera collezione di Leonardo Bistolfi, composta da circa 1.400 opere fra gessi, bozzetti, dipinti, disegni, taccuini e fotografie d’archivio, ai quali si aggiungono alcuni oggetti e memorabilia appartenuti all’artista, in gran parte derivanti dalla donazione avvenuta nel gennaio del 2021 ad opera della signora Vanda Martelli, vedova Bistolfi.
La collezione donata risultava composta da circa 250 opere di scultura principalmente in gesso, come anche in terracotta, metallo, bronzo e plastilina, nonché una cinquantina di paesaggi dipinti su tavolette, 300 disegni e 35 taccuini di piccole dimensioni con schizzi, appunti, poesie e conti che hanno permesso un'inedita ricostruzione della progettazione delle opere e della sua vita artistica.
Tutti gli oggetti della collezione sono stati catalogati sulla piattaforma digitale (il Caveau Digitale® Emblème) all’interno di schede corredate di informazioni tecniche, della ricerca bibliografica, dello storico esposizioni, delle collocazioni e dell’ulteriore apparato documentale. È stata inoltre organizzata e coordinata una campagna fotografica professionale per sculture, monete, taccuini e una selezione di documenti e fotografie storiche, pubblicate anche all’interno della predetta monografia Allemandi curata da Sandra Berresford, cui si aggiungono, tra le altre, le foto conservative degli oltre 400 disegni restaurati.
Un caveau e una vetrina
A rendere il progetto completo è la pubblicazione online di un sito pubblico, aperto, che racchiude a favore di ogni utente che desidererà navigarlo più di 1.100 oggetti tra sculture, bozzetti, dipinti e altro, rigorosamente catalogati e filtrabili per facilità di ricerca. Se il Caveau Digitale® Emblème, infatti, resterà uno strumento dedicato al museo ed eventualmente a storici dell’arte che desidereranno consultarlo su richiesta, questo sito (https://museo.comune.casale-monferrato.al.it/) aperto e democratico sarà la vera vetrina di Leonardo Bistolfi sul mondo. Uno strumento divulgativo, potente e scientificamente esatto che permetterà a chiunque di poter condurre ricerche sull’artista, e al museo di costruire percorsi narrativi, e dispositivi di racconto digitale moderni. Un progetto innovativo che ha unito la ricerca storico-critica ad un approccio documentativo misto, tra l’istituzionalità della carta stampata e le infinità possibilità del digitale che proiettano la storia e il patrimonio bistolfiani su un palcoscenico anche internazionale.
È bello raccontare che visioni così a lunga gittata vengano incubate in un solo apparentemente sonnacchioso museo in provincia di Alessandria che invece, operoso, ha varato un progetto di valorizzazione pluriennale destinato a portare valore nel tempo e narrare alle generazioni di studiosi, appassionati e studenti la storia di un maestro nato a Casale Monferrato più di un secolo fa. Così come, infine, è importante sottolineare che per farlo si è messa in moto la zelante cooperazione pubblico-privata, tra il Comune e due delle fondazioni di origine bancaria più attive in questa zona del Piemonte, la Fondazione CRT e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che hanno co-finanziato il progetto, permettendo a questa utilissima cosa di vedere la luce.
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