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«Landschap met Konijnen» («Paesaggio con conigli», 2023), di Lisa Oppenheim (particolare). Cortesia dell’artista e Tanya Bonakdar Gallery

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«Landschap met Konijnen» («Paesaggio con conigli», 2023), di Lisa Oppenheim (particolare). Cortesia dell’artista e Tanya Bonakdar Gallery

Lisa Oppenheim alla Huis Marseille risana la Storia

L’artista americana riporta alla luce le opere d’arte saccheggiate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale alle famiglie ebree

Francesca Orsi

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«Spolia» di Lisa Oppenheim, dal 16 marzo al 16 giugno alla Huis Marseille, è un progetto con il quale l’artista americana rende giustizia alla Storia, colmandone, con le sue opere, alcuni vuoti mai sanati. Per dare vita al suo progetto, Oppenheim affonda le sue mani in archivi dall’immenso valore storico e umano, come quello del mercante d’arte olandese Jacques Goudstikker (1897-1940) o nei Bundesarchiv, gli Archivi Nazionali della Germania.

La sua ricerca è tesa a riportare alla luce le opere d’arte saccheggiate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale alle famiglie ebree, mai restituite e ora scomparse. La documentazione fotografica delle opere, conservata nei database, ne allevia l’assenza, rivelandone quantomeno una traccia; quello che Lisa Oppenheim aggiunge al palliativo del documento è, a tutti gli effetti, una nuova vita come opera d’arte.

L’autrice rielabora in camera oscura le immagini trovate, alterandole in frammenti, serie e in solarizzazioni prodotte con la luce del fuoco, tecniche che vanno a convergere nella stratificazione di significato dell’intero progetto. La relazione positivo-negativo, il concetto di «matrice», la riflessione sulla riproducibilità tecnica, sono sempre stati al centro dell’opera di Oppenheim per riflettere sulle presenze-assenze del manto della storia, sulle sue falle e sulle sue «latenze». È proprio lì che il suo pensiero si annida, nelle periferie della memoria storica, dove l’eco del vuoto e dell’assenza viene sanato, non semplicemente tappando il buco, ma creando nuova vita partendo dalla sua traccia.

In «Stilleben; Still Life with a Tulip» la natura morta solarizzata riproduce l’intimità di un ambiente domestico, una storia privata, qualcosa che porta alla mente dello spettatore gli odori di casa; ma l’azione di Oppenheim interviene propriamente per destare lo sguardo di chi osserva la sua opera, per suggerire un significato storico e umano, oltre che metafotografico, dietro alla conversione positivo-negativo. E così la luce del fuoco, con cui l’artista ha alterato l’immagine, si manifesta nella tecnica e nella materia, ma contemporaneamente rimanda anche all’impatto devastante della distruzione e della cancellazione dell’opera.

L’arte di Oppenheim ha il potere di coniugare così il passato con il presente, facendo sì che la veste contemporanea di ciò che è andato perduto per sempre non sia solo quella legata alla sua assenza, ma anche e soprattutto alla sua nuova presenza.
 

«Landschap met Konijnen» («Paesaggio con conigli», 2023), di Lisa Oppenheim (particolare). Cortesia dell’artista e Tanya Bonakdar Gallery

Francesca Orsi, 14 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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