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Daria Berro
Leggi i suoi articoliTutti i giovedì, per 12 mesi, da febbraio 2024 a febbraio 2025, durante una residenza al Louvre, Mohamed Bourouissa ha filmato con il suo telefonino il Giardino delle Tuileries a Parigi, documentando il passare delle stagioni, le variazioni di luce, i mutamenti nella vegetazione, le opere d’arte che vi sono disseminate, le fontane, i laghetti, gli animali, i passanti, turisti e parigini. Ha chiacchierato con chi si occupa della manutenzione del giardino pubblico più antico della capitale francese, testimoniandone le attività e l’impegno. Una polifonia di presenze e attività che ha portato l'artista a definire la sua residenza come «la composizione di un brano musicale a più voci catturate dal solo strumento di un telefono».
Ogni settimana, poi, il materiale è stato pubblicate sull’account Instagram del Louvre (nelle cui orbita dal 2005 rientrano le Tuileries). Il frutto di quell’anno di immagini ed esperienze del «flâneur numérique delle Tuileries», è diventato un film, «Les 4 temps». La videoinstalalzione, realizzata grazie al sostegno di Bien Sûr Production, Concrete projects e Glibro Investments Ltd., è una sorta di sintesi di tutte le pratiche dell’artista algerino, di base a Gennevilliers, recente vincitore del Premi Mario Merz (nel 2027 terrà una mostra nella Fondazione torinese): musica composta a partire dai suoni registrati nel giardino, messa in scena ispirata al teatro, sguardo da scenografo, scultore, disegnatore e soprattutto videomaker. «Voglio filmare questi momenti da solo, montarli da solo e diffonderli da solo, aveva dichiarato Bourouissa prima di dare il via al lavoro. Sarà una sorta di diario intimo della vita pubblica delle Tuileries». Un diario «scritto» con il telefono («un oggetto intimo e comune, spesso presente sul nostro corpo, legato a molti tipi di interazioni sia professionali che personali»).
Dal 22 ottobre al 19 gennaio 2026 «Les 4 temps» è presentato nella Salle de la Chapelle, al Louvre, in una mostra concepita in dialogo con Donatien Grau e Nicolas Marbeau. Dalla finestra di questa sala, in asse con il museo, si vedono Courbevoie, appena fuori Parigi, e La Défense, il moderno quartiere finanziario dove l’artista è cresciuto. Il titolo, «Les 4 temps», rimanda dunque sia al centro commerciale omonimo di La Défense e al ricordo d'infanzia dell'artista, sia alle quattro stagioni: quelle del giardino, ma anche quelle dell’omonimo ciclo di Nicolas Poussin esposto al Louvre, in una sala vicina. L’artista costruisce così ponti tra mondi diversi: tra la sua storia personale e la storia dell'arte, tra la periferia e il museo, tra l'interno del Louvre e il giardino vivente delle Tuileries.
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