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Daria Berro
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Hanno riaperto già da venerdì, in alcuni casi dopo oltre mese di chiusura dovuto allo shutdown del governo statunitense, i musei di Washington DC e dintorni il cui funzionamento dipende in buona parte da fondi federali. La mancata approvazione entro il 30 settembre dei piani di spesa relativi all’amministrazione dello Stato nel nuovo anno fiscale, iniziato il primo ottobre, ha paralizzato fino al 12 novembre i servizi considerati non essenziali, tra cui musei e monumenti, congelando gli stipendi dei relativi addetti.
Centri di ricerca ed edifici pubblici della Smithsonian Institution avevano chiuso i battenti nella terza settimana di shutdown, dopo aver inizialmente utilizzato i fondi di bilancio degli anni precedenti per rimanere aperti. Il 53% circa del finanziamento complessivo della Smithsonian (pari, nell'anno fiscale 2024, a 1,09 miliardi di dollari) è assicurato da stanziamenti determinati dal Congresso statunitense. La Smithsonian comprende il più grande complesso museale, educativo e di ricerca del mondo, con ben 21 istituti, tra cui l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, lo Smithsonian American Art Museum e la National Portrait Gallery. Oggi 17 novembre tutte le sedi afferenti alla Smithsonian risultano aperte, comprese, fuori Washington DC il National Museum of American Indians e il Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum a Manhattan.
Anche la National Gallery of Art (Nga), deve la maggior parte dei suoi finanziamenti al governo federale. Per l'anno fiscale 2025 la sua richiesta di fondi governativi supera i 215 milioni di dollari. La Nga, chiusa dal 4 ottobre, venerdì scorso ha riaperto l'edificio occidentale e il giardino delle sculture, e poi tutti gli spazi sabato 15 novembre, giorno in cui, con quasi un mese di ritardo sulla data prevista, è stata inaugurata anche la mostra «The Stars We Do Not See: Australian Indigenous Art», realizzata in collaborazione con la National Gallery of Victoria di Melbourne (fino all’1 marzo 2026).
Anche la Smithsonian, da tempo una «sorvegliata speciale» del presidente Donald Trump che l’ha sottoposta a una revisione dei programmi e delle mostre, ha dovuto posticipare l'apertura di alcune mostre, mentre non ci sono rinvii all’orizzonte per l’apertura, prevista nel 2028, del Bezos Learning Center, una struttura in costruzione presso il National Air and Space Museum grazie alla donazione di 200 milioni di dollari del fondatore di Amazon.
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