Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliAffacciato su piazza Venezia Palazzo Bonaparte porta il nome della sua più celebre proprietaria. La sua edificazione risale alla seconda metà del Seicento: fu la famiglia d’Aste ad affidarne il progetto all’architetto Giovanni Antonio De Rossi. Dopo un passaggio di mano alla famiglia nobiliare dei Rinuccini, nel 1818 lo acquista Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che stabilisce la propria dimora al piano nobile per rimanervi sino alla morte nel 1836.
La proprietà resterà agli eredi fino ai primi anni del Novecento e nel 1972 il palazzo viene infine acquisito da Ina Assitalia, la società assicurativa del Gruppo Generali che provvede al suo restauro. Il palazzo non era mai stato accessibile al pubblico, ma ora il Gruppo Generali ha deciso di restituirlo alla comunità nell’ambito del progetto Valore Cultura: grazie a una partnership con Arthemisia il piano nobile ospiterà mostre temporanee, una nuova vita per la quale Generali ha investito in un ulteriore restauro dello Studio Pras.
Si è provveduto a pulitura e rifacimento degli intonaci delle facciate, dell’androne e delle pareti per lo scalone monumentale, pulitura e consolidamento dell’apparato decorativo interno e ammodernamento impiantistico e illuminotecnico.
Al piano nobile, dove gli interventi dell’augusta Madame Mère sono individuabili nella pavimentazione alla veneziana e dove il visitatore è accolto dal gesso canoviano di Bonaparte nelle vesti di Marte Pacificatore, sono state restaurate le decorazioni interne del cosiddetto «mignano», il balconcino coperto successivo all’edificazione del palazzo (come l’altana che ne domina la sommità): grottesche di stampo neoclassico riscontrabili anche nelle altre sale del piano nobile insieme a motivi allegorico-mitologici, panoplie e stucchi. Al secondo e terzo piano si è invece intervenuti sui soffitti lignei a cassettoni. Coronamento del percorso è l’altana con vista sulla capitale.
Intanto a Venezia proseguiranno fino al 2021 i lavori nelle Procuratie Vecchie di piazza San Marco, storica sede della compagnia assicuratrice che rivivrà su progetto di David Chipperfield Architects. Più prossima invece (fine autunno) la conclusione del restauro dei Giardini Reali (tra le Procuratie Nuove e il Bacino di San Marco) sostenuto da Generali in partnership con Venice Gardens Foundation. Per la parte botanica il progetto porta la firma di Paolo Pejrone, mentre per la parte architettonica (ripristino di padiglione neoclassico, pergolato e della serra) è stato chiamato Alberto Torsello su progetto dello Studio Carlo Aymonino-Gabriella Barbini.
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