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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliPrima c’erano le figure umane, i cani, gli alberi, poi più nulla. Dal 2015 i soggetti delle opere di Paolo Maggis si sono disgregati, dissolti. La sua pittura, prima realista, poi espressionista, è diventata astratta, materica, gestuale. A raccontare gli esiti recenti della produzione del quarantenne artista di Vimercate, residente a Barcellona, è la galleria Riccardo Costantini Contemporary, con la personale «Tutto è presente» curata da Monica Trigona, visitabile dal 24 gennaio al 23 febbraio.
Nella selezione di dipinti in mostra la pennellata assume un ruolo fondamentale, si carica di materia, energia e significato per condensare l’essenza del gesto artistico, la sua capacità generativa. Come già accadeva nell’Arte Concreta, l’astrattismo non è l’astrazione di forme reali ed esistenti, ma l’espressione della forza che a quelle forme dà origine. Tutto è presente, tutto è fatto della medesima sostanza, le stelle, la nostra pelle, i nostri pensieri.
«Tutto è presente è la vita che chiede vita e genera vita, spiega l’artista. Uno scambio libero di pensiero e di energie nella totalità dell’essere che nell’istante vive la sua massima condizione di compimento intellettuale, emotivo, spirituale». I suoi lavori dal 2015 ad oggi sono costruiti con pennellate spesse, ruvide e materiche che talvolta si mescolano con il bianco, talvolta con colori pastello, talvolta con toni più cupi e ombrosi.
La texture pittorica rivela desideri, intenzioni, ripensamenti, incertezze, momenti di esitazione, cambi di direzione, semplici stati d’animo. È lo specchio dell’interiorità. «Il soggetto della pittura di Maggis è la creazione di una realtà altra su cui far confluire aspetti del sentire umano», chiarisce la curatrice Monica Trigona.

Un'opera di Paolo Maggis
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