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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliIl 3 giugno del 1968, nel corso di una campagna di scavo nella necropoli dell’antica città di Paestum, la greca Poseidonia, gli archeologi rinvennero una tomba dipinta, di cui il direttore delle ricerche Mario Napoli comprese subito l’importanza. Si trattava di una tomba a cassa le cui pareti e la copertura, costituite da lastre di pietra calcarea rivestite da un sottile strato d’intonaco, erano dipinte e i colori si conservavano nella freschezza originaria. Sulle pareti laterali sono raffigurati uomini giovani e adulti intenti a partecipare a un simposio, mentre nella lastra di copertura un giovane si lancia in acque leggermente increspate. Si tratta della raffigurazione che, per la singolarità anche se non per l’unicità, ha dato il nome alla tomba.
Sulla datazione delle pitture vi è un accordo sostanziale e vengono fatte risalire al 480 a.C. ca, mentre le ipotesi sono diverse e non convergenti sull’interpretazione da dare alla scena del tuffatore. Tonio Hölscher, professore emerito di Archeologia classica alla Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg, in questo libro, presenta un’ipotesi che differisce da quelle attualmente più seguite e tende a proporre una lettura non escatologica, o simbolica, o metaforica della scena, ma ancorata allo «splendido senso della realtà dell’arte figurativa greca», come afferma esplicitamente. Un’interpretazione che propone di estendere ad altri casi anche di ambito etrusco.
Nella ricostruzione, che si prova a sintetizzare con qualche inevitabile semplificazione, il tuffo del giovane farebbe riferimento a un’usanza reale degli uomini, alle soglie dell’età adulta, per dimostrare coraggio e prestanza fisica. Pratica che si sarebbe svolta in luoghi preposti, fuori dalla città, di fronte «a uomini più maturi, attratti sessualmente» dalla loro prestanza giovanile e in grado d’introdurli poi nella vita politica e sociale della polis. Di questi luoghi indica alcuni esempi, come la scogliera di Kalami nella punta meridionale dell’isola di Taso. Di conseguenza, le pitture della tomba sarebbero state realizzate per ricordare un giovane inserito pienamente all’interno delle convenzioni sociali di un «ambiente di vita elegante e vivace, a cui anche il defunto era appartenuto».
Il tuffatore di Paestum. Cultura del corpo, eros e mare nella Grecia antica,
di Tonio Hölscher, trad. di Valentina Tortelli, 125 pp., 27 tavv. col. e 12 fig. b/n, Carocci, Roma 2023, € 16

Particolare della Tomba del tuffatore, Museo archeologico nazionale, Paestum

Il tuffatore di Paestum. Cultura del corpo, eros e mare nella Grecia antica, di Tonio Hölscher, trad. di Valentina Tortelli, 125 pp., 27 tavv. col. e 12 fig. b/n, Carocci, Roma 2023, € 16
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