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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliÈ andata deserta, per la seconda volta, l’asta del Casino dell’Aurora: nessun aspirante acquirente ha presentato un’offerta per l’edificio Boncompagni Ludovisi, posto in vendita a causa del contenzioso civile fra la vedova del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, scomparso nel 2018, e i tre figli del principe avuti dal primo matrimonio. L’asta giudiziaria tenutasi il 17 gennaio scorso, con base fissata a 471 milioni di euro, si era chiusa senza offerte.
Così oggi, alle ore 14.00, con la medesima modalità di vendita telematica senza incanto, il Casino è stato nuovamente presentato in asta sulla piattaforma Fallco Aste, piattaforma che interagisce con il Portale delle Vendite Pubbliche del Ministero della Giustizia. Il prezzo base, ora ribassato del 20%, era di 376.800 milioni di euro, con offerta minima di 282.600 milioni, e rilancio di 1 milione ma, al momento dell’aperture delle buste, nessuna offerta è risultata essere pervenuta.
Il 30 giugno si procederà a una nuova vendita, con base d’asta ulteriormente ribassata del 20%, ossia 226 milioni di euro, per quello che sul Portale delle vendite Pubbliche è definito:: «Complesso monumentale incastonato con il suo parco tra via Vittorio Veneto, porta Pinciana e Villa Borghese, in una delle zone più eleganti della Capitale, composto da Villa (parzialmente accatastata ad uso ufficio) e tre locali autorimessa. Conserva al suo interno numerose sale affrescate dal “Guercino” (sala dell’Aurora; sala della Fama, stanza dei Paesaggi, stanza degli Amorini, la Toletta di Venere) nonché l’unico affresco esistente al mondo del “Caravaggio” (Camerino di Giove Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico), oltre ad altre innumerevoli opere d’arte (sculture, stucchi, statue, colonne ecc.)».
In realtà, l’opera che Caravaggio realizzò per il cardinale Francesco Maria del Monte non è un affresco ma un dipinto a olio su muro, «tecnica che consente di ottenere effetti di luce impossibili con l’affresco», come dice Alessandro Zuccari che, per il Tribunale di Roma, ha effettuato la stima delle opere d’arte inamovibili, dipinti murali e opere scultoree, del Casino.
Il Casino e le opere in esso custodite, prima della morte del principe e prima del contenzioso fra gli eredi, erano accessibili grazie a visite guidate, condizione che è ovviamente auspicabile il futuro proprietario possa riattivare. In occasione delle appena trascorse Giornate Fai di Primavera (26-27 marzo), che ogni anno aprono al pubblico luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti, una delle mete era appunto il Casino, ma la visita è stata cancellata a ridosso dell’iniziativa con un’ordinanza da parte del Tribunale di Roma, perché gli eredi del principe, in disaccordo con la vedova, non hanno concesso la necessaria autorizzazione.
Marco Magnifico, presidente del Fai (Fondo Ambiente Italiano), così si esprime circa il futuro del Casino: «Un bene di questo genere dovrebbe essere assicurato alla pubblica fruizione. Nonostante il primo e il secondo ribasso d’asta, il cespite ha ancora un valore decisamente troppo elevato. Naturalmente, se ci fosse un privato o una fondazione che decida di pagare tale somma, nessuno potrebbe avere nulla da eccepire. La proprietà privata esiste ed è un diritto, ma se un edificio così importante e unico per la storia dell’arte venisse adibito ad abitazione personale, senza concederne la visita al pubblico, sarebbe delittuoso. Il futuro acquirente dovrebbe assicurare alla collettività la possibilità di accedere al Casino, con una disponibilità, seppure limitata, continuativa. Ma la nostra reale speranza è che, essendo al momento la base d’asta ancora assolutamente fuori mercato, si arrivi, con una serie di aste al ribasso, a una cifra ragionevole, tale che lo Stato italiano possa prendere in considerazione il diritto di prelazione».
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La sala dell’Aurora con l'affresco del Guercino
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