Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

L’«Ombra della Sera», del Museo Guarnacci di Volterra (particolare). Foto: Alessandro Moggi

Image

L’«Ombra della Sera», del Museo Guarnacci di Volterra (particolare). Foto: Alessandro Moggi

Tesori Etruschi della Toscana | L’Ombra della Sera

Alla scoperta del capolavoro nascosto nel Museo «Mario Guarnacci» di Volterra in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina

Image

Giuseppe M. Della Fina

Leggi i suoi articoli

Le ragioni per visitare il Museo «Mario Guarnacci», a Volterra, sono numerose e tra queste vi è sicuramente quella di avere la possibilità di osservare da vicino un singolare bronzo noto come l’«Ombra della sera» per la sua figura particolarmente allungata. Rappresenta, a tutto tondo, un giovane nudo, in piedi, con le braccia aderenti ai fianchi. La testa è modellata con cura in tutte le parti e suggerisce una giovane età per il personaggio raffigurato: non più di un adolescente.

La scultura è riprodotta per la prima volta in una tavola, la CIV, dell’opera Museum Etruscum di Anton Francesco Gori pubblicata a Firenze nel 1737. Nella stessa viene data la notizia che il ritrovamento era avvenuto a Volterra: «nuper Volaterris erutum est».

Il bronzo, subito dopo la scoperta, venne trasferito a Firenze e confluì nella raccolta di Filippo Buonarroti, una figura di primo piano nella vita culturale del tempo. Ma, attorno alla metà del Settecento, era stato riportato già a Volterra e risulta presente nella raccolta di monsignor Mario Guarnacci, l’erudito e collezionista che oggi dà il nome al museo. Figura, infatti, nell’elenco di reperti, che il monsignore aveva scelto di donare alla sua città natale nel 1761, vi è ricordato come: «Lemore etrusco o larva di bronzo alta soldi 20».

La fortuna dell’opera non è stata immediata
: l’autore di un classico dell’Etruscologia, vale a dire George Dennis, nel suo libro The Cities and Cemeteries of Etruria, pubblicato in prima edizione a Londra nel 1848, la ricorda appena. Tra i bronzi esposti nel museo volterrano rammenta: «numerose figurine di Lari, o altre divinità, ex voto, tra essi un Lemure allungato in maniera innaturale». Il singolare bronzo non riesce a imporsi tra gli altri reperti.
IMG20231030093754760_130_130.jpeg
Lo stesso accadde alcuni decenni più tardi: lo scrittore inglese David Herbert Lawrence che visitò il museo nella mattina dell’11 aprile 1927 non lo notò, o, almeno, non ne parlò nei suoi resoconti di viaggio pubblicati prima in riviste illustrate e confluiti poi nel libro Etruscan Places pubblicato postumo a Londra nel 1932. Solo pochi anni dopo l’opera riuscì a interessare un altro scrittore, stavolta francese Jean-Charles-Henri Petiot, più noto con lo pseudonimo di Henri Daniel-Rops. Costui, come attesta il registro dei visitatori, vide il museo nella giornata del 6 febbraio 1932. Solo qualche anno dopo, quel singolare bronzo entrò da protagonista in una sua novella Le dieu de l’Ombre du Soir scritta tra il 1935 e il 1936, ma pubblicata trent’anni dopo a Parigi nella raccolta Contes pour le cristal.

Proprio a Daniel-Rops, secondo Stefano Bruni, andrebbe attribuita la felice definizione di «Ombra della Sera», che è entrata nell’uso comune e che viene riferita in genere, ma probabilmente erroneamente, a Gabriele D’Annunzio. Nella cui vasta produzione letteraria, Volterra ritorna e, soprattutto, nel romanzo Forse che sì, forse che no (1910), ma non si accenna mai al bronzo dalla forma allungata.

La fortuna del reperto sembra iniziare proprio con l’affermazione della denominazione indubbiamente efficace: oggi la statuetta è divenuta un simbolo dell’antica Etruria. Si può richiamare, in proposito, uno sceneggiato televisivo di grande successo Ritratto di donna velata ambientato a Volterra e andato in onda nel 1975 con la regia di Flaminio Bollini e la sceneggiatura dello scrittore Gianfranco Calligarich e di Paolo Levi: nei titoli di testa ricorre l’«Ombra della Sera». Oppure il romanzo Chimaira di Valerio Massimo Manfredi pubblicato nel 2001, dove il protagonista, un archeologo («aveva trentacinque anni e non poteva ancora contare su un posto stabile come tanti suoi amici e colleghi»), intende studiare proprio il singolare bronzo.
IMG20231030094113239_130_130.jpeg
Va detto che esso non è isolato, ma rientra in una serie costituita da una ventina di esemplari distribuiti tra diverse città. Essi non sono attribuibili a una singola bottega per mancanza di unità stilistica e differenze nelle tecniche di lavorazione, ma sembrano rispondere a un filone iconografico di un certo successo e restato vitale a lungo. Nel caso della statuetta di Volterra, alta 57 centimetri, si ritiene che sia possibile datarla nella seconda metà del III secolo a.C.

C’è da aggiungere che un esemplare simile e di qualche decennio più antico è stato rinvenuto di recente in località Torraccia di Chiusi nel Comune di San Gimignano: l’Etruria continua a sorprendere.

Leggi anche:
Tesori etruschi della Toscana | Il Cratere François
Tesori etruschi della Toscana | Il Cinerario Paolozzi
Tesori etruschi della Toscana | Il Lampadario Etrusco di Cortona
Tesori etruschi della Toscana | L’Ombra della Sera
Tesori etruschi della Toscana | L’Anfora di Baratti
Tesori Etruschi della Toscana | Le teste-ritratto della stipe votiva di Via della Società Operaia
Tesori Etruschi della Toscana | Il Cratere da Pescia Romana

Giuseppe M. Della Fina, 30 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Con l’etruscologo Giuseppe M. Della Fina scaviamo nelle pagine di un romanzo o di un racconto e tra i versi di una poesia alla ricerca di oggetti di un passato lontano (per comprenderne il significato e il valore che perdurano nel tempo)

Con l’etruscologo Giuseppe M. Della Fina scaviamo nelle pagine di un romanzo o di un racconto e tra i versi di una poesia alla ricerca di oggetti di un passato lontano (per comprenderne il significato e il valore che perdurano nel tempo)

Con l’etruscologo Giuseppe M. Della Fina scaviamo nelle pagine di un romanzo o di un racconto e tra i versi di una poesia alla ricerca di oggetti di un passato lontano (per comprenderne il significato e il valore che perdurano nel tempo)

Con l’etruscologo Giuseppe M. Della Fina scaviamo nelle pagine di un racconto e tra i versi di una poesia alla ricerca di oggetti di un passato lontano (per comprenderne il significato e il valore che perdurano nel tempo)

Tesori Etruschi della Toscana | L’Ombra della Sera | Giuseppe M. Della Fina

Tesori Etruschi della Toscana | L’Ombra della Sera | Giuseppe M. Della Fina